Arch. LUCA  FORNO

Collaboratori: M. Gaggero, R. Saluzo, M. Foglia

progetto: 1999 - realizzazione 1999/2000

 

Un Interno di Luca Forno ...

 

 

 

Parliamo di messa in scena, di mettere in gioco un apparato finalizzato a comunicare e trasmettere emozioni più che mai nella sconfinata raccolta di non luoghi o spazi altri necessita il senso dello stanziare questo emerge anche dall’ultimo libro di Anna Barbara (Storie di architetture attraverso i sensi ed. Mondadori) dove la riscoperta delle percezioni riapre una lettura delle possibili classificazioni giustapposte sino ad oggi. 
Brunetto  De Batté

Il progetto degli interni della Libreria “ La Prosivendola” (prende il nome da un personaggio di Pennac) sembra nascere da una dimensione “spirituale” dell’architettura, dalla riscoperta di quella dimensione emotiva dell’architettura basata anche sui nostri cinque sensi, una concezione dell’architettura che parte dal Ki, dallo spirito, come afferma  Ni Himitsu nella prefazione del libro-racconto-immagine-emozione di Anna Barbara. Un progetto molto forte, che sembra avvolgere in modo soffice il “mondo delle parole” dei libri che conterrà. Un involucro lineare e neutro, bianco, contornato da oggetti, a volte fuori scala e dal forte contrasto cromatico, “follies che catturano l’attenzione del visitatore senza tuttavia risultare troppo estranei al contesto” come scrive lo stesso autore nella relazione al progetto, rosso puro che si contrappone al bianco dell’intonaco, al nero delle scaffalature a disegno, e dai giochi  bicromatici, chiari e scuri della pavimentazione. Un interno caratterizzato da materiali inconsueti, una bacheca in griglia metallica aggrovigliata che intrappola, quasi a contrapporsi alla leggerezza delle parole, piccoli libri. Un elemento “quasi fuori luogo” del banco cassa, un piano in lamiera  supportato da un gruppo ammortizzatore completo di freno a disco di un’Alfa Romeo. Oggetti presi in prestito dall’uso quotidiano che contaminano l’ambiente, come nel caso di una maniglia costituita da una perforatrice a due buchi, perfettamente funzionante.Un ambiente che sembra catturale la tua attenzione sino al minimo particolare in una dimensione di continua scoperta, non solo visiva, ma anche  tattile ed emotiva . Quasi un caldo ambiente domestico che sfugge agli attuali, anonimi contenitori per le vendite che la dice lunga sul linguaggio di Luca Forno e delle sue realizzazioni, una maturità progettuale atipica per un giovane architetto quarantenne ma delle astuzie di un vecchio lupo di mare che conosce mille segreti e ingredienti per far parlare le sue architetture, i suoi spazi dialoganti e contaminati da altri linguaggi, quella dimensione appunto spirituale che si respira a pieni polmoni nei suoi interni…

Airaldi Giacomo   

 

 
 

 

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