MI RICORDO IN TUTTI I MIEI GIORNI. 

 

Fermarsi tanto così in una serata magica a toccare il cielo in una stanza.

Ci tenevo tanto ad ascoltare questo cd, tanto che l’ho fatto comprare a una mia amica, perché come sempre nel mio negozio di fiducia non lo avevano ricevuto. Poi le cose vanno per il loro senso e ti ritrovi ad ascoltarlo in fretta e non lo riesci a valutare. Ci sono fortunatamente coincidenze che legano inevitabilmente la musica alla vita. Magari un viaggio in autostrada di ritorno da una serata che suo malgrado ha lasciato un segno profondo. E’ così…come direbbe un mio amico, o perché le cose migliori accadono quando non le organizzi, o perché sei particolarmente ricettivo, o semplicemente perché è il momento giusto. Come è stato il destino ad aver voluto che “Ouch” il nuovo meraviglioso cd di Raf  fosse la colonna sonora di riflessioni su piccoli cassetti di segreti personali. Quei piccoli desideri di emozioni leggere che sopravvivono a noi stessi superstiti a queste crude verità. Gli accordi del pianoforte di “In tutti i miei giorni” cullano un pensiero di ciò che sono stato o che non sono stato mai, i ricordi sbattono veramente in faccia domande indispensabili. Le sensazioni ancora fresche di un caffè letterario, della lettura scanzonata di un libricino originale “Mi ricordo”, un autore Matteo B. Bianchi, che ha segnato in maniera indelebile la mia vita e che non ero mai riuscito a vedere personalmente. Già autore di un libro di successo “Generations of love” e di un altro libro incredibilmente bello che è “Fermati tanto così”.

Ora sperimenta una via letteraria diversa, un elenco di “Mi ricordo”, una serie di piccole finestre sulla sua memoria in cui è facile riconoscere i frammenti della nostra vita. Un riaffiorare lento e sorprendente di oggetti, visioni, di un infanzia e di un adolescenza spesso accantonate come un periodo della vita, ma che come il tempo che scorre ma non trascorre , rimangono lì pronte ad essere colte da un prestigiatore con la sua bacchetta magica. Che strappa un sorriso al suo pubblico e lo fa volare alto come un aquilone sui propri sogni di bambino inconsapevole. Quell’esserino che abbiamo dimenticato per la voglia di cominciare una vita di silenzi che tagliano respiri, impedendoci di trovare la strada. Proprio come canta Raf in “Milioni di cose che non ti ho detto” ci perdiamo nel presente guardando al passato dobbiamo chiederci “cos’è rimasto di noi, dovevamo andare lontano”, poi una chitarra e una batteria ci danno uno scossone per cercare “la ragione dei miracoli” che è solo dentro di noi. Nel bene e nel male il senso delle cose è come una goccia che cade dal cielo passato sulle nostre teste di uomini proiettati verso un futuro che noi stessi ci costruiamo. Ho la pelle d’oca quando penso a Matteo Bianchi o riascolto Raf.

Bianchi è uno scrittore che parla senza parole, comunica con tutto se stesso, esattamente come Raf emoziona con la musica.E’ strano ed allo stesso tempo fantastico ripensare alle sensazioni che ho provato quel giorno, sicuramente non riuscirò a rendere neanche la minima parte di quello che sono i libri di Bianchi e il cd di Raf. Ma lo sapete, io gioco con le parole, le mie sono polluzioni della mente, frasi semplici di una persona qualunque che fa riflessioni su quello che gli accade, su quello che è stato della sua vita. Ciò che lo ha segnato, emozionato, colpito, fatto piangere, ridere, pregare, vivere.Leggete il libro di Bianchi e spero capiti a voi come a me, sentirete l’odore della colla “Coccoina”, quello che è e sempre sarà, l’odore più buono del mondo. Allora saprete perché voglio essere in tutti i miei giorni, ciò che sono stato e ciò che sarò.

  

Fabio Siri

sirifabio@tin.it

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