IL PERCORSO DI MADONNA

Volare alto fino al cielo per scoprire la ragione delle proprie azioni.          

Venerdì 18 Aprile 2003 ore 16, c’è un pacco con scritto Warner in giro che sta per arrivare a riempire gli scaffali dei negozi di cd ma soprattutto i cuori e le menti di tanti pazzi invasati che attendono il nuovo album di Madonna come se fosse una dose di droga, droga si ma di quella sana, e infatti io sono lì davanti al negozio che aspetto. Apro il pacco io invece della commessa del negozio e corro in macchina ad ascoltare cosa si è inventata questa volta la signora Ciccone.

Quando Madonna esce con un prodotto nuovo sia esso un cd, un concerto, un film o qualunque altra iniziativa  è sempre un’incognita su quale scelta avrà fatto per stupirci.

Diciamo subito che con questo cd siamo dalle parti del capolavoro, e lo dice uno che questa volta pensava si sarebbe ritrovato tra le mani un lavoro noioso e ripetitivo.

Il rischio era alto, Madonna arrivava da due album perfetti e di grande successo Ray of light e Music, il primo prodotto insieme a William Orbit ed il secondo con Mirwais Ahmadzai.

Essendo American Life prodotto nuovamente in collaborazione con Mirwais la possibilità che ci ritrovassimo proprio una copia di Music era realistica e invece Madonna ha ribaltato le mie previsioni ed è riuscita a fondere la sua ricercatezza musicale con testi intensi e passionali. 

Lasciamo da parte le polemiche volute e cercate sul testo della title – track, d’altronde Madge è un genio del marketing e sa come creare e montare un caso sul nulla…

American Life è un concept album sia per l’uniformità dei testi che per la scelta musicale, Madonna una donna di 45 anni di indubbio successo che ci racconta la sua vita, i suoi punti fissi, i suoi desideri e lo fa con passione regalandoci liriche intense e sconcertanti.

Apre l’album la ormai stra-conosciuta American life con una visione della società americana in cui lei è cresciuta e vissuta ma non dimentichiamoci che ha poi scelto di vivere in Gran Bretagna….

Si prosegue con quello che molto probabilmente sarà il prossimo singolo Hollywood, forse il pezzo più immediato e più commerciale e anche un po’ scontato che ci rimanda a temi già visti come quello del desiderio di arrivare al successo che si rivela poi effimero e illusorio. Musicalmente abbiamo melodie già conosciute vicine all’ultima Sheryl Crow e al pezzo Malibu delle Hole ma con una concezione nuova di rock non fatto solo di chitarre ma di sofisticati suoni elettronici.

Inizia quindi la svolta partiamo con una trascinante I’m so stupid in cui la sovrapposizione di urla apparentemente cacofoniche che si sciolgono in un ritmo trascinante ci fa rimanere a bocca aperta ma soprattutto capire che è inutile circondarsi di belle foto per crearsi una bolla in cui vivere per poi rendersi conto di aver vissuto in uno stupido sogno fatto solo di esteriorità. L’amore di Love profusion come soluzione ai problemi della vita ci porta ai punti più alti di questo album e forse dell’intera carriera di Madonna. Nobody Knows me che probabilmente remixata farà sfraceli con la voce modificata dal vocoder, i sintetizzatori che distorcono un ritmo fatto apposta per ballare e dove Maddy si svela dicendoci che nessuno la conosce bene perché tutti hanno cercato di intrappolarle la mente, ha vissuto tante vite, è morta e risorta tutte le volte per cercare di volare in alto sempre più vicino al cielo. 

Ma sopra tutto spicca Nothing fails dove il ritmo scandito da una chitarra onnipresente viene riempito da archi avvolgenti e suoni elettronici che si interrompono in un inaspettato coro gospel che aggiunge drammaticità, passione  e intensità alle parole cantate da  Madonna che pur non essendo religiosa ha qualcosa che la muove a pregare, a pregare di non essere in nessun altro posto che qui. E qui la pelle d’oca arriva dopo un minuto e alla fine è garantita una lacrimuccia..

 Passiamo  attraverso l’accattivante Mother & Father, la morbida X-static process e già la vediamo sul palco con in braccio la chitarra, lo strumento che ha imparato ad amare e che ha studiato come ha imparato e studiato la sua vita per darcene un resoconto nel pezzo finale del disco Easy ride,  proprio quel percorso facile che lei non ha avuto perché lei ha preferito lottare con le unghie fino a sentire il sangue che colava sulle mani come se la vita gli entrasse nella pelle per dirle che c’è un tempo per ogni cosa e ora è il tempo di capire che quello che conta nella vita è vedere la luce sul viso del proprio figlio, respirare l’aria del posto fatto per se stessi e rendersi conto che si vede un immagine riflessa più nitida se ci aggiriamo per quel luogo…la nostra famiglia.

Sicuramente l’album più completo e maturo di Madge musicalmente molto europeo con le sue belle influenze elettroniche dal nord Europa, arricchita da violini e chitarre, che ci danno speranza per avere sempre qualcosa di nuovo che non smentisca mai la fama di genio musicale che lei si è conquistata sul campo.. 

 Questa è Madonna, una cantante, una business-woman ( 3 CD della stessa versione del singolo!!!!!va bene che le tutine di Rocco le farà fare da D&G o da Gaultier ma tesoro mio vai alla Chicco…), una artista, una donna, una madre. 

Fabio Siri 

sirifabio@tin.it