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MARCOCIARLOASSOCIATI

in occasione dell'uscita del testo MARCOCIARLOASSOCIATI edito da LIBRIA pubblichiamo uno speciale interamente dedicato allo studio con una recensione del testo a cura di m.c.rossi e un viaggio esplorativo tra le architetture dello studio curato da g.airaldi redatto in occasione della mostra MARCOCIARLOASSOCIATI_007Report allestita a Brescia dal 27 aprile 2007 al 18 maggio 2007 alla Libreria Punto Einaudi organizzata da InArch - sez Bresciana

 

 

Ossi di seppia verniciati di verde, blu e rosso.

E’ in libreria Marcociarloassociati. In un panorama pervaso da monografie imbottite, involucri di immagine, scatole di immagini dentro cui galleggiano parole e fotografie, questo libro appare strano. Per fortuna – e non per caso – questo è un libro di un architetto e non su un architetto, attraverso il quale è possibile riflettere non sulle architetture, ma, attraverso alcune architetture, si può comprendere il taglio e la misura critica idonei ad esplorarne la carica poetica. Il libro edito dalla Libria edizioni e’ un volume maneggevole, ma strutturato e sintetico; attraverso l’opera di Ciarlo, quella del passato e quella che, come auspica Giovanni Leoni, verrà in futuro secondo scala e contesto finalmente Internazionale, viene descritta una proposta ed una filosofia metodologica basata sull’esperienza progettuale come sintesi espressiva. E’ un testo che, conoscendo la vasta produzione di Ciarloassociati, risulta chiaro essere il risultato di scelte convinte ma dolorose: forse già l’ermetismo della prima immmagine in copertina ne manifesta la caustica selezione.
Così si presenta l’esordio dei Ciarloassociati sulla scena editoriale monografica: pulito, minimo e accompagnato dalla cura scientifica di Giovanni Leoni e dal fraterno soffio introduttivo di Brunetto De Battè. Il libro nasce come una selezionata rassegna di progetti – e quindi ne diventa inesorabilmente progetto - con la complicità del Curatore il quale ne indirizza le principali strade di lettura, costruendo un intelligente apparato critico a corredo di una raccolta di immagini filtrate dalle lenti di Alberto Piovano.
Ciarlo è un architetto che progetta, che distingue il suo operato dal diffuso intellettualismo di maniera di cui da molte generazioni questa professione è afflitta; tuttavia la sua è architettura colta, italica, eletta ma estremamente parca di citazioni.
Ciarlo è architetto del “fare progettando”, come dice De Battè, ma non della teorica rappresentazione di alcune realtà. Ciò che emerge dalla rassegna di immagini è quanto la stratificazione dell’esperienza progettuale comporti quella matura consapevolezza del poter fare a meno delle palificazioni teoriche, dell’effimera esigenza di spiegare il progetto utilizzando pentagrammi alternativi alle immagini dell’architettura.


Leoni introduce due principi fondamentali, quelli del dialogo con la materia e del principio del montaggio, alludendo prima al rapporto tra il progetto ed il luogo, e poi alla giustapposizione costruttiva come espressione alta di antifiguratività dell’architettura. Tali elementi conducono la riflessione verso lidi lontani, verso le teorie di Noberg-Shultz (non a caso Ciarlo si è formato in un periodo in cui la Facoltà di Architettura di Genova rivolse forti interessi verso gli studi dello storico norvegese) e verso una delle poche (guarda caso) teorizzazioni di Carlo Scarpa.
Scarpa sostiene che una delle forze espressive dell’architettura consiste nel suo essere “arte puramente astratta”, che l’architettura non doveva cedere alla tentazione della metafora del tema o del luogo. Che una architettura non deve assumere la forma del contesto, bensì ne doveva assimilare le forze espressive divenendone elemento di dialogo accomodante o critico. Giovanni Leoni nel suo testo accosta garbatamente il metodo di Ciarloassociati al discorso scarpiano, e la lezione che ne scaturisce è descritta dalla scelta delle immagini del libro; una lezione di chi crede che l’architettura sia un saggio di realismo cronopoetico (BDB), di chi intende che Architettura sia ciò che “funziona anche in bianco e nero”.L’Architettura vera. Alcuni lavori recenti di Ciarloassociati si distinguono per essere caratterizzati da interventi policromi particolarmente evidenti; forse, colorando le sue architetture, Ciarlo vuole sdrammatizzare le sue architetture.
Non crediamo di essere disposti a limitarci a ponderare solamente tale riduttiva interpretazione . Ma, finchè le sue architetture “funzioneranno” anche in bianco e nero, saremo ancora a scrivere sulla assolutezza e perentoria serietà italica delle sue architetture.
Come dire: scrivere una riga in una poesia di Montale con font Mistral bold non ne cambierebbe la summa poetica.
M.C.R., Ottobre 2008 [rossi@studiorossi.org]

 

Marcociarloassociati
a cura di Giovanni Leoni. Libria, 2008 € 14,00

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Alla scoperta della geografia emozionale di Marco Ciarlo
Alcune note a margine della mostra “marcociarloassociati_007REPORT”
27 aprile – 18 Maggio – Galleria “Punto Einaudi” Brescia.

Introdurre il Lavoro di Marco Ciarlo e Associati è come intraprendere un viaggio, un viaggio strano fatto certamente di “cose viste” , architetture costruite ma soprattutto un viaggio attraverso le emozioni che lo spazio costruito trasmette al fruitore, un viaggio di cose vissute. Spesso mi capita, perché ho la fortuna di vivere e lavorare proprio nel territorio dove lo studio Marco Ciarlo e Associati opera principalmente (la Liguria di ponente e parte del basso Piemonte) di intraprendere attraverso delle escursioni un viaggio-ricognizione tra le loro opere. Un viaggio, un racconto, un report per dirla con il nome della mostra. Un viaggio Reale ma soprattutto un viaggio tra le emozioni che lo spazio progettato da Marco e dai suoi associati mi trasmette. Indagare territori inesplorati (territori progettati) per farli diventare nostro patrimonio culturale, un paesaggio delle emozioni. Fare un viaggio attraverso le emozioni è qualcosa di particolare, qualcosa che ti arricchisce nel profondo. Un viaggio fatto di richiami ad altro, al nostro vissuto, di spezzoni di film o fotogrammi, di sensazioni, di ricordi, di suoni e di parole; link che rimandano ad altro ed insieme costituiscono una mappa emotiva come brillantemente viene illustrato nell’interessante testo Atlante delle Emozioni di Giuliana Bruno che sto leggendo in questo periodo e sfogliato con immenso piacere. ( Spesso i contributi migliori arrivano al di fuori della disciplina specifica).

Paesaggi vibranti che ti rimangono incollati nella mente per la spazialità ma anche perché in quei luoghi hai vissuto, parlato con i progettisti, sentito musica, visto e ricordato immagini, sapientemente scattate da Alberto Piovano. Magari discusso con Marco, di particolari che ti fanno riflettere e crescere professionalmente. Diventano una sorta di esperienza. Presentare il lavoro di Marco Ciarlo Associati è come trasmetterVi questa esperienza vissuta in prima persona, questa esperienza non solo spaziale. Una cultura del “viaggio da fermo” come è tradizione giapponese, occhi sognanti che mi portano nelle sue architetture. Proprio leggendo la Bruno mi è venuto in mente di iniziare un viaggio tra alcune architetture progettate pensate e realizzate dallo studio Ciarlo che potete vedere nella mostra qui allestita. La Bruno, illustre accademica di Harvard (se pur italiana) parla di e-muovere e del significato dei concetti di movimento (“motion” ) ed emozione (“emotion”). E-Muovere significa muoversi fuori, segnare il moto insito nello smuovere ed esprimere l’idea di una migrazione da un paesaggio interiore ad uno esteriore e viceversa. Le emozioni sono appunto esperienza e ad ogni tappa del nostro viaggio tra le architetture di Marco Ciarlo collego uno o più stati emozionali. Si viene cosi a costruire una “mappa” come quella citata nell’Atlante (disegnata da Madeleine de Scudéry nel 1654 chiamata “Carte du pays de tendre” ) cioè una Mappa dei Paesi della Tenerezza che altro non è che un tentativo di dare immagine ad un paesaggio interiore ad una “geografia del cuore” come illustra la Bruno. Anche la mostra se volete potremmo vederla come ma mappatura di sensazioni.

L’architettura di Marco Ciarlo sembra avere per dirla con S.Holl due importanti componenti la PIETRA e la PIUMA. La sua architettura è sempre in bilico tra la “massa avvertita e la gravità percepita” che condiziona la nostra percezione dello spazio. Questa tensione tra la massa avvertita e la gravità percepita è una delle caratteristiche fondamentali del lavoro di Ciarlo e Associati. L’alternarsi continuo tra massa e immaterialità tra materia costruita e immaterialità la ritroviamo ,ad esempio, nel sempre attento e progettato rapporto con la luce sia essa naturale che artificiale. Questa è forse la ricetta di Marco, Giampiero e Fabrizio, che camminano sempre su questa linea indefinibile, tra una semplicità sconcertante (mi perdoneranno il termine) che diventa raffinata genialità. Perché l’architettura cosi come io la intendo è certamente caratterizzata da materia (materiali tradizionali quali pietra ferro legno o altri) ma è soprattutto e sempre più caratterizzata da quelli che io chiamo MATERIALI IMMATERIALI ( in primis la luce, ma poi anche le sensazioni, i distacchi, persino il vuoto, la assonanze, le vibrazioni, il virtuale, le immagini, i sentimenti ecc ecc), infatti…
l’idea di spazio emotivamente parlando è come la musica…IMMATERIALE.
Questi concetti li ritroviamo anche “Nelle storie di architettura attraverso i sensi” di Anna Barbara , l’architettura è un regesto di sensazioni che coinvolge oltre la vista anche tutti gli altri sensi.

Inizio il mio viaggio ad esempio dal Molo di Borghetto , progetto molto pubblicato, che ha sdoganato lo studio in un circuito di respiro internazionale e di architettura colta ed impegnata, di qualità insomma. “Senza data di scadenza” come direbbe Bragheri, che non sfocia mai nel modaiolo o nel puro e autoreferenziale tecnicismo spinto. La nuova realtà italiana, i giovani emergenti come li etichetta un Prestinenza Pugliesi.
Architetti Italiani Emergenti raccolti, dopo le pagine dell’almanacco di Casabella, nell’interessantissimo testo-regesto-raccolta dell’architettura italiana curata da Mulazzani. Una generazione che come scrisse sempre Prestinenza sul numero monografico - MONO02 - su Parametro.it. è una Generazione Europea divisa in due grandi schieramenti. “Da una parte coloro che scoprendo Koolhaas, Hadid, Gehry, il decostruttivismo e, poi, l’architettura bloboidale, il digitale ne traggono ispirazione, dall’altra, e tra questi mi sembra giusto collocarvi Ciarlo, ritrovando da un lato le radici dell’architettura del novecento e dall’altro appoggiandosi a una tradizione italiana che non è quella dei Gregotti, dei Portoghesi o degli Aldo Rossi. Un’architettura che rimanda più all’asciutto minimalismo di Mies o alla ricchezza del dettaglio scarpiano.”


Iniziamo quindi il nostro viaggio:
PIAZZA MARINAI DI ITALIA A BORGHETTO
Il molo dicevo di Borghetto, una grande piazza sul mare ligure, che alterna parti coperte a parti scoperte, luce e ombra, ritmo che scandisce i nostri passi. Sedute intervallate dalla luce. Inizio da qui il mio viaggio, in una giornata di primavera tiepida, anche se il sole secca la pelle. Il cielo, gli odori del mare, la città e i rumori dell’aurelia trafficata alle spalle e le nuvole trasportate da una brezza leggera partecipano al mio stato emozionale. Caleidoscopici effetti di luce e ombra in bianco e nero si mescolano con la regolare pavimentazione e scandiscono il battito del mio pensare. Un’architettura che sembra nascere dal KI giapponese, dallo spirito del luogo che diventa paesaggio se pur fortemente antropizzato. Due direzioni principali, la linea di costa e la linea ortogonale ad essa del molo si intersecano.

I coni visivi verso l’orizzonte sono rafforzati da due percorsi pavimentati in lastre di travertino e con un parapetto costituito da semplici ringhiere su disegno diventano le linee principali di fruizione del paesaggio, portandoci alla memoria i vecchi pontili in legno e le imbarcazioni. Sedici colonne alte 9 metri e intervallate di 5 ritmano lo spazio ospitando esili pensiline di coperture a palpebra. Al termine del molo-piazza due alte colonne incorniciano come in uno schermo in paesaggio in pressa diretta, albe, tramonti, natura, azzurri del cielo, bianco schiuma del mare, verde acqua, trasparenze e riflessi. Il mio stato d’animo si confonde con la linea dell’orizzonte, quest’immagine diventa un fotogramma da catturare e portare a casa nelle grigie serate invernali. Un soffio, un respiro di aria di mare.

 

CIMITERO IPOGEO DI BORGHETTO(SV)
Il viaggio continua al vicinissimo cimitero Ipogeo sempre a Borghetto. Tagli di luce che illuminano le viscere del terreno creano un ambiente in cui la luce naturale entra. Filtra e costruisce disegni di luce, il cielo azzurro taglia e intarsia i luoghi del riposo . Un grande prato verde nasconde gli spazi ipogei. Il luogo del contatto con la natura. La particolare necessità di nascondere l'impatto visivo del grande muro che si può scorgere percorrendo l'autostrada verso Ventimiglia, viene mediata con una "fascia" intermedia piantumata ad ulivi. Lettura in chiave moderna dell’antropizzare e del segnare il territorio scosceso di Liguria.

RECUPERO DEL CASTELLO DI MILLESIMO (SV)
RECUPERO DEL CASTELLO DI ROCCAVIGNALE (SV)

Come in una storia di altri tempi ci rechiamo in due castelli. Roccavignale e Millesimo, due ottime fortificazioni in pietra nelle qui viscere si aggirano percorsi calibrati, distaccati precisi e puliti. Un luogo della lentezza di Kundeliana memoria. In questo luogo si ripercorrono idealmente, con rimandi e citazioni precise, le orme di Scarpa e di Albini o se vogliamo andando avanti nel ‘900 quelle di Guido Canali. Purismo, segni pulitissimi sembrano sospendere il tempo, raffinata eleganza di strutture in ferro, di solai distaccati, di ammennicoli espositivi che raccontano una loro storia. Nuovi solai e passerelle ospiteranno ora manifestazioni e mostre su un interessante e caldissimo tavolato in castagno. La scala, elemento verticale è affiancata da uno spazio a tutta altezza che fa percepire l’intera spazialità del castello e la visione di alcune capriate illuminate dalle finestre con piattabanda arcata dell’ultimo piano. Un poeta costruttore afferma Brunetto De Batté descrivendo il lavoro ai castelli, Brunetto nostro amico comune, maestro nella scuola genovese a cui sia Ciarlo che io, ma anche tutti i suoi collaboratori trovano precisi riferimenti culturali e confronti. Una scuola che fa rete e tesse legami oltre la professione oltre l’accademismo.


Equilibrio garbato di ogni elemento disegnato, nel recupero che sembra dialogare senza mai sovrastare, staccandosi, sia fisicamente che metaforicamente dalle parti storiche consolidate e conservate. Un museo invece per il castello di Roccavignale, un tassello altamente suggestivo di museografia che rimanda certamente alla leggerezza strutturali di Albini e agli allestimenti dei vari musei civici di strada nuova a Genova. Il percorso di accesso, che ricalca il percorso storico, ci porta ad un incantevole ponticello in ferro e legno, studiato per superare il vuoto lasciato dall’antico ponte levatoio.

Una ringhiera metallica leggera scandisce il cammino tra pietre e punti luce integrati nella struttura. Questo castello come uno scrigno conserva una leggera e sonora scala vibrante (un capolavoro come l’esempio che cita in modo lapalissiano). Costruita con ferro trafilato raccordato da nottoli e brugole a testa fresata. La scala appesa con tiranti alle travi del solaio ci permette di fruire dell’intera spazialità della torre in cui è collocata. Battuto di cemento invade lo spazio e diventa finitura pavimentata oltre che piana della scala. Totem su disegno che integrano l’illuminazione sono stati appositamente disegnati per lo spazio espositivo.

AMPLIAMENTO DEL CIMITERO di FINALBORGO (SV)
Ci spostiamo verso il calar della sera al Cimitero di Finalborgo. Una quinta tra il vasto complesso attuale e quello nuovo. Un blocco di cemento armato, lastre di pietra serena e una diafana parete di vetro. Tra questi, uno spazio dominato da luce e ombra. Il lato esterno dell'edificio è protetto da una pensilina di acciaio e cristallo. Sul lato interno si crea un vano coperto tra la parete di cristallo e le lastre in pietra: la quinta traslucida protegge il visitatore dall'esterno e lo introduce in un ambiente privato. L'intero progetto gioca il confronto materiale-immateriale. Da una parte il monolite di cemento incastrato nel suolo, dall'altra il vetro, un ritaglio realizzato nell'azzurro del cielo, sospeso, leggero. Le persone sono ombre che si muovono dietro la quinta in vetro. Un’architettura immersiva perché i fruitori dello spazio sembrano nuotare nello spazio tra riflessi e luci. Un luogo etereo di passaggio tra la vita e la morte. Anche di notte questa scatola diventa un grande acquario illuminato. Mi tornano in mente molti giochi sapienti tra materialità e immaterialità della Sejima e del suo gruppo.

TOMBA BADANO nel CIMITERO DI SASSELLO (SV)
Ci dirigiamo verso la valle Bormida, quartier generale della banda Ciarlo. Il luogo del silenzio e del ricordo, la tomba stele nel cimitero di Sassello. Un semplice muro in calcestruzzo protetto da un calibrato sbalzo, un valzer degli addii di un padre che ha perso un figlio, una soglia al luogo dell’immortalità, uno spazio chiuso, se pur aperto, il rito per accedere a un “pensatoio”, un luogo intimo ma solare, protetto e silente, un luogo soprattutto per ritrovarsi con l’anima, dove i minimi rumori sono legati alle semplici operazioni di tendere le mani al cero, all’acqua, alla ghiaia e sabbia… all’aria… Qui gli scatti di Alberto Piovano sembrano parlarci, ci esprimono attraverso il mezzo fotografico fisso e immobile, sensazioni e emozioni. Il muro in cemento e un blocco monolitico in acciaio sono gli elementi che caratterizzano l’intervento. Il muro, contiene il blocco in acciaio, si piega su se stesso da luogo ad una seduta, al luogo interno della contemplazione e della preghiera . Il raccoglimento interno, scavato nel monolite, è uno spazio intimo. Materiali, texture sensoriali, dalla grana segnata, acciaio corten calcestruzzo adittivato, segni del materiale, della luce ai quali si sovrappongono i segni lasciati dal tempo e dal ricordo. Una scrittura continua traccia indelebile del ricordo.

 

UN CENTRO SCOLASTICO - SPORTIVO ad ALTARE (SV)
Ad Altare trovo Il luogo del gioco e dell’educazione. Un percorso, uno story bord, colorato che rallegra lo spazio e segna le bucature di un volume grigio madreperla, dove svoltato l’angolo troviamo due volumi grigliati immateriali che delimitano lo spazio dei campi da gioco. Velate trasparenze in cui come voliere vengono a muoversi e a svagarsi bimbi e ragazzi. Un luogo ludico, un luogo dove ritrovare attraverso l’attività fisica il tuo corpo. Tra questi volumi virtuali un altro monolitico, grigio scuro, staziona cavalcato da una pensilina che copre la scala di collegamento verticale. Un silenzioso giardino minimale in qui i bambini possono girare accompagnati da grossi funghi fuori scala, sono più alberi che nascono da giganteschi sassi, invece che funghi del sottobosco. L’edificio sembra nascere da giganti fili d’erba (lamiere verdi sulle pareti perimetrali) in un gioco sapiente di scale e rimandi alla poetica della fantasia di Munari e al suo interessante testo sulla creatività . Di notte tutto cambia, il uio è costellato da caleiodoscopici punti di luce vibranti, il colore si accende. I fili d’erba crescono perché domani quando torneranno i ragazzi saranno più grandi.

ALLESTIMENTO MOSTRA DI VETRI A PALAZZO DUCALE di GENOVA
Mi torna in mente un piccolo e curioso allestimento di una mostra al palazzo Ducale di Genova in cui Ciarlo con un’intuizione, banale ma geniale allo stesso tempo, cattura il visitatore proveniente da altre mostre, con una striscia bianca incollata al pavimento e lo porta all’interno dello spazio espositivo come ad indicare una direzione da seguire, quasi ad imporgli un percorso. Incuriosire il visitatore. Come ad enfatizzare che laggiù si espongono preziosi cristalli di Altare , tema portante della mostra.

UFFICI MARSON A SAVONA
Scendo dalla valle al capoluogo della nostra provincia. Negli eleganti e sobri uffici Marson scatole di vetro racchiudono funzioni ma soprattutto attraverso la trasparenza, il movimento dei corpi che si muovono all’interno e dei pregevoli stucchi, ci raccontano la storia di Savona. Diaframmi trasparenti arricchiscono la nostra percezione spaziale, dietro ai vetri ci raccontano delle storie, sono dei fotogrammi del film che si sta girando in quello spazio raccontandoci i luoghi del lavoro, raffinatezza, purezza, precisione di uno studio legale. Pavimenti in ardesia sopraelevati racchiudono il cuore tecnologico. Nove metri di pareti affrescate che animano le scatole vetrate filtrate dalla luce proveniente dalla finestre di questo palazzo d’epoca nel centro storico. Un gioco osmotico di riflessi. Scale e librerie in metallo ricordano la purezza di mies, esili pilastri formati da piatti-accopiati sorreggono in un delicato equilibrio di forme trasparenti serre di luce e cristallo. Oggetti di prezioso design sono racchiusi nelle sale riunioni perfettamente isolate acusticamente dai cristalli. Il luogo della privacy e della legge.

SALA BINGO a LOANO (SV)
Torno verso casa, verso la riviera e accosto un edifici a L a Loano. Sollevato dalla linea di terra perché disposto sopra un parcheggio interrato, progettato come sala espositiva oggi ospita un bingo. Elegante scatola metallica, rivestimento in lamiera grecata espande in mille riflessi sia la luce accecante del sole di giorno che la sapiente illuminazione artificiale notturna. Struttura metallica, colonne e orizzontamenti in profilati standard, costituiscono l’ossatura portante di questo edificio e sorreggono una porzione di brise solei che crea un lungo percosso su lati dell’edificio con una finestra a nastro che avvolge tutto l’edificio ed enfatizza la forte orizzontalità del complesso e delle interminabili linee orizzontali del rivestimento metallico. Poetica dell’ombra che diventa paesaggio giocando con il contesto, traguardando edifici storici. Contesto a cui lo studio Ciarlo è sempre molto attento. Il progetto nasce sempre dalla conoscenza profonda del luogo dove si interviene.

LA CITTA DEI BAMBINI di NOVI LIGURE (AL)
Facciamo una tappa fuori Liguria per andare a Novi, un campo militare diventa la “città dei bambini” Alla sobria architettura militare ( molto connotata dal mattone faccia a vista) si giustappone un volume dei servizi e pergolati leggeri coperti da brise-solei che proteggono come tendere una mano, il gioco nel verde circostante. Legno e acciaio, materiali tattili caldo e freddo. Un giardino d’inverno all’interno si contrappone al giardino giapponese esterno. Pareti blu per la sala conferenze e sapienti cromatismi nell’illuminazione artificiale.


BIBLIOTECA di LOANO (SV)
Sempre a Loano un recentissimo lavoro. Il luogo della Cultura. Una nuova biblioteca, una grande tarsia luminosa incastonata al piano terra del Palazzo del Kursal immerso in una foresta di palme sulla passeggiata a mare. Luogo della lettura, aperto sullo spazio pubblico in un delicato rapporto tra interno ed esterno è incorniciato da una lamina in corten leggermente staccata da terra. Durante il giorno sembra di avere gli interessanti tavoli di lettura incastonati nel palmeto, sparsi a scacchiera tra il verde. Una parete pulsante vetrata funziona da filtro tra l’ambiente della lettura confinato e il paesaggio, di notte questa tarsia esplode ed inverte i rapporti.

Uno studio anche molto attento all’oggetto contemporaneo al design, agli interni, operando su scale differenti

Una SEDUTA
Una seduta, arredo urbano che invade il centro storico di Savona o Loano. Mi piace dire cosi: Sedersi sul Vuoto. Una seduta come una siluette femminile, costituita dalla cucitura attraverso piattine di ferro di tanti “vuoti” che diventano raffinata ombra quadrettata sul selciato. Un luogo di sosta nella quiete del centro storico o cullati dal rumore del mare sulla piazza-molo di Borghetto.

LAMPADA
Una lampada che si chiama ombra è quasi un paradosso, ma la precisione di questa lama creata per Viabizzuno e per il suo eccellente condottiero Mario Nanni, sembra arrivare dall’estremo nord, dai ghiacci polari, per tracciare attraverso led bianchissimi i nostri ambienti o la nostra segnaletica di sicurezza che finalmente acquista identità e qualità estetica.

INTERNI
Tanti altri interni raffinati, ricchi di design griffato ma anche di pezzi su disegno finemente cesellati, che sarebbe troppo lungo descrivere ma che a mio avviso caratterizzano il lavoro di uno studio che tiene perfettamente le redini dello spazio, lo governa ad ogni scala, ma soprattutto lo scava da dentro, grandi allestitori e maestri di interni.


Tante realizzazione di qualità, forse un precoce abbandono vista la giovane età del gruppo, di sperimentazioni spaziali, ma di certo realizzazioni pregne di molti significati. Magiche direi. Cosi Scrive Peter Zumthor:”La magia del reale è per me quell’alchimia che trasforma le sostanze materiali in sensazioni umane, quel momento particolare di appropriazione emotiva o di trasformazione di materia e forma nello spazio architettonico ”.

Concluderò citando P.Vallery che diceva che “il piacere sta nel fare e non nel subire” ritengo che questa citazione possa essere calzante per le architetture di Marco Ciarlo Associati . Li conosco ormai da parecchio tempo li tengo sottocchio e mi incuriosire la loro passione intellettuale per lo spazio. Spesso mi capita di vedere e conoscere molti architetti ma fino ad ora nessuna altra persona mi ha mai trasmesso tanto piacere e gioia nell’affrontare il progetto, nel parlare del progetto, nel raccontare il loro viaggio, nel farci partecipare alle loro emozioni. Perché a mio avviso progettare significa principalmente EMOZIONARE e Marco Ciarlo e Associati in questo sono eccellenti maestri. Certosini conoscitori.
Progettare il Contemporaneo, coniugazione attuale del verbo EMOZIONARE.
Questa che vedete è Architettura, non un semplice Prodotto.

Brescia 27 Aprile 2007 ore 18.30
Giacomo Airaldi – [airaldi@archandweb.com]

 

Marcociarloassociati
a cura di Giovanni Leoni. Libria, 2008 € 14,00

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1) Giuliana Bruno, Atlante delle Emozioni – Un viaggio tra arte, architettura e cinema, Bruno Mondatori, Milano 2006
2) Steven Holl, Parallax – Architettura e Percezione, PostmediaBook, Milano 2004. A tale proposito si veda il capitolo “la Pietra e la Piuma (il paesaggio dentro l’architettura”
3)Anna Barbara, Storie di Architettura attraverso i sensi, Bruno mondatori, Milano 2000
4) Marco Mulazzani (a cura di), Architetti Italiani Le nuove Generazioni, Electa, Milano 2006
5) Bruno Munari, Fantasia, …
6) Tratto dalla lectio Doctoralis tenuta da Peter Zumthor il 10 dicembre 2003 in occasione del conferimento della Laura Honoris Causa presso l’Università di Ferrara e successivamente pubblicato si CASABELLA n° 747 Ottobre 2006

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Ideazione e realizzazione Airaldi Giacomo - Luogo di pubblicazione: Italia - Hosting by: Aruba.it- Update: 07-Ott-2008