……I PROCESSI DEBOLI…………
scrivi all'autore

i processi deboli

questa la tematica della conferenza che si è tenuta  il 17 / 05 / 00 alla Facoltà di Architettura di Genova . La conferenza ha costituito, senza dubbio, un pezzo fondamentale dell’immagine a PUZZLE che il prof. S. Boeri  sta cercando di costruire, attraverso interventi ed opinioni L’immagine?……….la figura dell’architetto e cosa ne sarà in futuro Relatore della conferenza: Andrea Branzi….progettista, designer, fondatore della Domus Academy ,milanese L’ambiente si è subito svelato interessante e l’atmosfera affascinante:

una musica classica molto particolare ha accompagnato per circa 30 minuti le parole di Branzi, che per introdurre le tematiche della sua disserzione, si è avvalso di strumenti multimediali

Poche volte  ho visto su di una cattedra di “architettura”, un insieme di elementi così tecnologico, ma nello stesso tempo sensuale ed accattivante:  P.C. portatili, sterei,……..ecc……..

Uno dei primi concetti esposti, la presentazione di un’idea di architettura vista non come un insieme di “COSE” COSTRUITE, MA COME UN INSIEME DI “COSE”

Branzi sostiene, ed io personalmente condivido, che soprattutto l’architettura pensata, ricercata, ha fatto architettura

L’architettura è sì, scultura a varia scala, fino ad arrivare all’edificio, ma anche l’immagine appena abozzata su un foglio di carta, anche parole scritte o non scritte, idee

Un’idea di progetto ad ampio raggio: un progetto che, in quanto tale, accettato o meno nel momento in cui nasce, è già architettura, se possiede la serietà di vivere profondamente la propria avventura

Un libro può essere architettura, così come la cattedrale gotica o il museo di arte contemporanea, o la casa di comune abitazione

L’esempio che Branzi ha usato per meglio esprimersi ha chiamato in causa le cose più vicine a noi in quel momento: è difficile dare un nome definitivo e definito a quella stessa aula nella quale si stava svolgendo la conferenza. Quello era un luogo che aveva senso per chi lo stava vivendo perché: perché era lì attratto da ragioni da condividere con altri, ragioni che hanno avuto bisogno di strumenti (microfono, P.C., altoparlanti, sedie…) per essere trasmesse, recepite, discusse

Tutto questo in un sito che ora è una facoltà di architettura, prima era un convento ed in futuro chissà….

Ecco in quel momento l’architettura era fatta di tutto ciò, parole, idee, strumenti, nuove idee, che scaturiranno in realizzazioni “concrete”, ( come siamo maldestramente abituati a dire), oppure no, e che comunque daranno origine ad altre idee, e ne uscirà una sedia più comoda, o un altoparlante migliore, o forse il convento che poi è diventato facoltà di architettura, un giorno diverrà, un auditorium per concerti

Ma tutto ciò ha bisogno di tempo e trasformazioni. Un’idea può venir fuori dopo 50 anni dal suo essere pensata, così come l’avrebbe voluta il suo ideatore, forse avrà bisogno di passare attraverso altri 50 ideatori

Il processo debole è portato avanti dall’umanità nella vita e nell’esisterienza di ognuno

E’ un concetto che ben si può rilevare nel campo dell’architettura ( dai limiti vari ed obsoleti), e attuale

Viviamo in un periodo storico in cui difficilmente ci si nutre dell’avvenimento, dell’ecclatante,…l’ecclatante è ogni giorno e quindi ci si alimenta di quotidianità, di piccole cose , che sommate nello spazio e nel tempo, portano a grandi cambiamenti…

Esiste una scoperta importante praticamente ogni minuto, in ogni disciplina, e in ogni parte del mondo…

Non è più il tempo dei premi Nobel, essendo quasi impossibile rintracciare tutte le scoperte che lo dovrebbero quotidianamente ricevere

Ciò porta ad attraversare e ad essere attraversati da notevoli mutazioni, ma in silenzio, senza il bisogno di vistose rivoluzioni o manifestazioni puntiformi…

La rivoluzione è in atto e noi ne facciamo parte  

Spostamenti silenziosi e lenti che provocano grandi effetti, come lo spostamento dei continenti nei millenni…

Siamo come i granelli di sabbia che con il tempo modellano le rocce più dure

Branzi sostiene che oggi in architettura il processo debole, è l’atteggiamento più consono da adottare:

e quindi la presentazione di un suo progetto in atto, (svolto insieme ad altri professionisti),

in cui si avvale del sopra descritto modello di pensiero

Si tratta dell’allargamento del villaggio della PHILIPS CORPORATE DESIGN ad Eindhoven in Olanda

Il lotto è considerato come un piano su cui, secondo un sistema stradale a “tessuto tenue”,

si distribuiscono in modo mutevole nello spazio e nel tempo, delle unità a moduli; il disegno, il cromatismo e la scala variabile, trasmettono l’emozione di processo debole

Branzi spiega come l’avere adottato il processo debole, in questa situazione progettuale, è stata una necessità per rispondere ad esigenze di un complesso industriale, o meglio di un complesso che basa la propria vita su un tipo di economia industriale

L’industria è arrivata ad un punto di crisi poichè avendo avuto un progresso troppo veloce ha superato se stessa e ha raggiunto un desiderio che è tecnologicamente difficile da ottenere, e che, in un certo senso la riscatterebbe dallo strappo avuto con il mondo artigianale..:

realizzare “oggetti” prodotti industrialmente, ma con la caratteristica di essere ognuno diverso dall’altro..

Branzi individua questa possibilità nel tipo di economia industriale agricola ( benchè prodotta industrialmente una rosa è sempre unica e diversa da un’altra rosa)  e quindi si ispira a modelli formali e di contenuto che ad essa fanno riferimento……se si riflette su almeno alcune organizzazioni appartenenti al mondo agricolo non è difficile associarvi un processo debole ( i cambiamenti del territorio in base alle alternanze delle coltivazioni)…….

A Eindhoven l’impronta del progetto è quella dei paesaggi agricoli, e pensare che lì è nato il primo C.D., e chissà cosa si inventeranno in futuro…

UN INCONSUETO; REALISTICO; E RISCOPERTO MODO DI AVVICINARE UOMO E NATURA.

Aggiungo alcuni riferimenti che possono essere utili:

1_   DOMUS dossier Aprile 1997: da BRANZI

2_   DOMUS 808 Ottobre 1998: da BRANZI 

3_   DOMUS 808 Ottobre 1998: pensate ad una nuova caratteristica che ha cambiato l’architettura della Facoltà di Architettura di Genova

4_   DOMUS 778 Dicembre 1996: visioni del futuro : il CENTRO DESIGN PHILIPS

Arianna Fiora

scrivi al suo autore