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Arch. CIARLO Marco |
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Collaboratori:
arch.
F.Melano,
arch. G.
Negro Comuni di Borghetto Santo Spirito (SV) e Spotorno (SV)
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I MOLI DI CIARLO ...
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Erano li, a pochi passi da casa mia, tranquilli, cullati dalla brezza del vento e dalla salsedine, dal finestrino del treno, quasi come un fotogramma di qualità percepii per la prima volta il molo di Borghetto Santo Spirito, lo andai a visitare, mi stupì, mi strego.. Poi per caso, come nei racconti fantastici, eccomi qui a presentarvi non uno ma due moli dell'architetto Marco Ciarlo, già apparso sulle nostre pagine come Costruttore di Castelli...il poeta costruttore...ora la poesia passa a due probosciti proiettate verso il mare e l'infinito, di questa nostra terra di liguria. Airaldi Giacomo |
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RELAZIONE :PIAZZA DEI MARINAI Perpendicolarmente
alla passeggiata a mare adiacente alla foce del torrente Varatella si
individua il maggiore dei moli che si sviluppano lungo il litorale del
Comune di Borghetto Santo Spirito.
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Breve Curriculum
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PRESENTAZIONE DI BRUNETTO DE BATTE' Ho sempre amato il mare, da terra, come tutti i marinai… perché sanno che quel deserto d'acqua và temuto pur nell'avventura… e non c'è posto migliore di sentirsi proiettati verso l'orizzonte essendo protetti su di un pontile o di un molo… di per se è un posto magico dove la forza della natura fa tutto da se nel definire il luogo, il paesaggio e… la scena.. Queste tensioni tra costruito e non, tra effimero e definizione sono state colte da Aldo Rossi e che possiamo ritrovare nella straordinaria villa a Borgo Ticino pur sull'erba risente dell'acqua e dell'architettura riflessa in un rapporto metafisico al fluido piano di relazione, così come in alcuni schizzi di Leon Kier, e nel sognato lunghissimo pontile per Pescara del Laboratorio DS che si rapportava a gigantesche figure- boe stabilendo proporzioni amplificate… per non tralasciare la passeggiata sul mare di Renzo Piano all'interno del Porto Antico di Genova, tanto per ricordarne alcune, in modo da circuitare emozioni legate a quel rapporto teso di compenetrazione tra terra e mare.Una forte immagine che mi si è annidata nella memoria, forse perché mi riconduce ai miei paesaggi nativi aspri e ruvidi del levante ed è il progetto di Luis Pena Ganchegui…un luogo terminale a San Sebastian la Piazza sul Mare (lotus n 22)…Questi flash ci conducono ora tranquillamente alle opere sul mare del Ciarlo, costruttore di moli e non solo, ormai è mia consuetudine presentare il suo lavoro, circostanze arcane hanno reso l'incontro casuale che nel tempo ormai si è solidificato attorno ad un'amicizia di stima del procedere di quest'architetto, sensibile ai luoghi trovando sempre straordinari semplici equilibri fra tradizione e modernità. Questi due moli che presentiamo (e altri due in arrivo), raccontano storie diverse … Piazza dei Marinai rappresenta il gioco delle ombre nella semplificata geometria di pavimentazione…un'immagine dove ogni possibile sospeso della vita quotidiana viene incorniciato in una figurazione e dove ogni gesto è nobilitato in un'aurea di sorprendente leggerezza, ma concreta vera , dove la natura rientra in maniera circolante… uno spazio libero e liberato, fluttuante, anche se geometrizzato, come il materiale che incontra nella corsa verso l' orizzonte. L'altro ha il fascino della figura svanita, lavora sull'immaginario, evoca carcasse e resti di scafi abitabili, o residui di balene arenate, in questo Ciarlo ci crea l'alibi del sogno e del gioco innocente della fantasia…, infatti, nelle sue opere c' è sempre una formula che fa scattare in avanti l'immaginazione rispetto alla cosa e ci cattura in una sorta di mimesi con l'opera, la percezione lavora sui sensi entrando in cortocircuito rivelando una "temperatura d'ascolto emotivo". Allora parliamo di segni come accordi… accenni musicali tanto da dare l'atmosfera, l'aria, il ritmo della fruibilità poi, ed è in questo diviene un punto di forza dello spazio pensato dal Ciarlo, libero e liberatorio, non condizionante…insomma un'architettura del vuoto che accenna solo flebili confini dove la ricostruzione dei diaframmi diviene attraverso la ricostruzione mentale. In questi gesti gentili non viene meno la forza e precisa definizione del progetto nel contemporaneo.
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Soffermandosi però con più calma, si riescono a cogliere le potenzialità del sito, e l'atto progettuale si compone esaltando quegli aspetti positivi in relazione al luogo, "vuoto" di elementi costruiti, ma ricco di suggerimenti. Da riferimenti legati alla memoria, come l'immagine del ponte di una nave ormeggiata alla banchina, o talune strutture appartenenti all'archeologia industriale navale ligure ,si sono tratti gli spunti per l'ipotesi del progetto, al fine di rendere lo spazio vivibile ed utilizzabile in modo funzionale. La proposta si è sviluppata pensando alla maggior parte della superficie piana a disposizione, la quale è stata racchiusa in una forma rettangolare, immaginando un'ipotetica "piazza" che possa divenire punto di incontro, di sosta, di passaggio per i cittadini oltre che contenitore, in una cornice di per sé altamente scenografica, per allestire spettacoli e rappresentazioni .
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Due percorsi
laterali, lunghi 80 metri e pavimentati con tavolati di travertino naturale,
divengono le direttrici preferenziali per il passeggio e sono delimitati
da ringhiere di forma essenziale. Queste due passatoie rievocano i legni
di vecchi pontili ed evidenziano prospetticamente il punto di maggior
gravità visiva di tutto l'insieme, indirizzando il percorso verso il
mare, lo sguardo verso l'orizzonte. La "piazza" interna con una pavimentazione
in autobloccanti di 36.5x36.5 cm. e disegno a cassettoni grigio chiaro
e grigio scuro, è distinta dai due percorsi laterali oltre che dal diverso
materiale da due quinte virtuali costituite da due file di colonne metalliche,
rispettivamente 16 da un lato e 16 dall'altro, ed alte 9 metri. Distanziate
5 metri l'una dall'altra, vengono collegate alternativamente da travi
orizzontali secondarie, su cui sono fissate in alternanza pensiline
metalliche che producono ombra alle sottostanti panchine. Su 16
di questi complessivi 32 pilastri saranno collocati i proiettori per
l'illuminazione della piazza in base a verifiche illuminotecniche elaborate
per ottenere un effetto di chiaroscuro modulato tra le superfici ad
illuminazione diretta o indiretta, infatti artificialmente si avrà "luce"
ed "ombra" analogamente a quanto il sole produce durante le diverse
ore del giorno. Nella parte più distante dalla passeggiata e parallela
ad essa si individua lo spazio per la collocazione del palco per le
manifestazioni. Due colonne di altezza maggiore (12 metri) racchiudono
il grande schermo ideale, scenografia che in presa diretta trasmette
le immagini del mare con gli eventi che lo attraversano, sottolineandone
momenti della vita quotidiana, diversi colori che può assumere con il
variare del tempo meteorologico o all'alba e al tramonto, diversa conformazione
in base al passaggio di barche o navi lontane, o perturbazioni che lo
possono rendere più o meno mosso. Le due colonne indicano anche la conclusione
dell'intervento progettato sottolineando la distante ed infinita linea
dell'orizzonte. La modularità del colonnato potrà consentire, mediante
teli o pannelli smontabili e fissabili ai pilastri, all'occorrenza l'utilizzo
totale o parziale della piazza in occasione delle manifestazioni ed
in contemporanea lasciare fruibili le due passeggiate laterali. |
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RELAZIONE:
IL MOLO DI SPOTORNO |
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Bibliografia
essenziale | ||
G.
Forno, Acqua Vetro Architettura: Ipotesi progettuale per una Piazza
del Vetro ad Altare, in "Alte Vitrie", n.2 1988 M.Ciarlo, Progetto per il recupero dell'area industriale SAVAM ad Altare, in "Alte Vitrie", n.1 1991
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