THE BUTTER DREAM.
Un suono a volte malinconico che urla messaggi
al cuore,chiedendogli di illuminare il giardino segreto che ognuno ha dentro se
stesso.
Un
parlato giapponese mi in inizia ad un’esperienza che non mi aspettavo,un
ribollire di suoni,come un magma pronto ad esplodere. Questo è veramente il
preludio ad un sogno. Cammino per Genova, uscito dal negozio di dischi, è una
giornata confusa piena di problemi irrisolti,di domande senza risposte, la città
intorno a me è più caotica del solito, macchine che sfrecciano,gente che corre,
ti scontra, non si volta,vite che si toccano inconsapevoli dei vissuti che li
circondano. Le cuffie nelle orecchie, il mio passo si sincronizza ad una chitarra
distorta, il cielo da sereno e soleggiato si fa scuro, qualcosa sta cambiando
nell’aria,qualcuno sta cantando “something’s changing in the air”, una
malinconia strana insolita mi circonda. Le mie gambe seguono un percorso loro,
sono leggere, sto volando veloce verso un treno che perderò. Non ce la faccio,
mi fermo in piazza De Ferrari, il cieIo ormai scuro riporta a terra i miei
pensieri e la musica si fa più viva ed incessante. Vedo tutti i colori vividi
esattamente come li sento nelle orecchie, sono i colori della gente, quelli dei
loro pensieri, delle loro sensazioni, delle loro esperienze. Una musica
metropolitana, cosmopolita è la prima cosa che mi viene in mente, ecco cosa sto
ascoltando, una nuova voce della natura, le parole in musica di palazzi antichi
affacciati sulla contemporaneità. Mi volto, davanti a me il teatro Carlo Felice,
imponente come i suoni che mi accompagnano,bassi, pianoforte,e un rumore d’acqua
in sottofondo, un rimestare torbido nell’animo. Il mio sguardo si volge
inevitabilmente alla fontana al centro della piazza, è veramente incredibile
come la musica a volte riesca a descrivere l’architettura. Vorrei avere le
nozioni per poter dire meglio quello che vedo e sento ma dovreste ascoltare
questa musica per capire cosa si prova. E’ tutto così reale e concreto. Una
musica che vuol essere un sogno di burro,come dice il titolo del cd, ma è troppo
viva e penetrante per sciogliersi in nulla. Il treno è perso scendo nel centro
storico e proseguo a piedi,un chitarra classica splendidamente arrangiata mi
porta su venere, il posto dove se chiudi gli occhi sei morto,ma non fisicamente
solo nei pensieri di tristezza, il luogo dell’amore vivo, dove non puoi
permetterti di chiudere gli occhi per non perdere nulla della bellezza dei
sentimenti, delle sofferenze, delle sensazioni a pelle, belle e brutte ma
indimenticabili. Le mie mani suonano il pianoforte che sto ascoltando ed è vero,
vero che non abbiamo bisogno di amore, abbiamo bisogno di amici, non c’è
bisogno della quotidianità fisica ma di quella cerebrale si, sapere che siamo
importanti per qualcuno, sapere che qualcuno è importante per noi, magari la
persona che ci sta passando accanto ci scontra e non si volta, lui o lei non lo
sa, ma neanche noi lo sappiamo, è il bello della vita, una sorpresa. Non dobbiamo
perdere la voglia di sorprenderci, di una persona, di un fiore, di un cielo
scuro, di un centro storico affascinante, di una musica che non conosci e non ti
aspetti, di capire noi e gli altri. Il cd sta finendo con una richiesta di
risposte, quel bisogno che ci portiamo dietro e che forse ci porteremo sempre. Perché
a volte siamo lune a volte siamo soli fiammeggianti, a volte siamo malinconie, a
volte sorrisi rassicuranti, siamo uomini e donne. Umani e mortali,angelici e
sognanti. Siamo tutto e niente come la musica dei Onemanband, sfaccettature di
emozioni, arrangiamenti epidermici, tutto quello che si può chiedere a degli
artisti. Sono in stazione il treno è in ritardo,forse era destino che io avessi
quest’esperienza con i Onemanband, perché con loro non è solo un ascolto passivo
è molto di più è una forma d’arte, ed incredibile a dirsi,italiana.
Un
progetto che non ha veramente nulla da invidiare a ben più blasonati nomi
stranieri.
Basta avere una sensibilità musicale, artistica, chiamatela come volete, io la
chiamo Passione.
I
Onemanband ce l’hanno.
sirifabio@tin.it
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