IL MUSEO DELLE COSE INVISIBILI.
Cercare una buona
risposta a una buona domanda è come andare e tornare da se stessi, dobbiamo
solo capire la strada da percorrere.
Stasera cinema! Ci sono serate,in cui sei
tranquillo, rilassato forse anche troppo, non hai voglia di sbatterti, ci
sta giusto un film per farti compagnia. La scelta cade inevitabilmente,
vista la mia curiosità,sul nuovo film di Marco Ponti “Andata + Ritorno”. La
sua seconda opera, rischio altissimo di rimanere delusi dopo un film
originale e nuovo come “Santa Maradona” .Lo dico subito, non sono deluso
anzi…Non riesco a fare una recensione tecnica e distaccata, mi spiace ma non
sono in grado, sono rimasto troppo colpito dalla capacità di Ponti di andare
nel profondo con tutti i mezzi a sua disposizione. Mi ha affascinato un
contesto sociale così umano,anche se forse un pò ripetuto, una città,
Torino, che solo Ponti riesce a rendere così interessante, dei personaggi
così reali, ma su tutto mi colpisce il realismo delle emozioni
quotidiane,così ben rappresentate. A scapito di una trama forse stavolta non
originale, il regista-sceneggiatore ci fa vivere la quotidianità dei nostri
sentimenti e delle nostre ricerche, del nostro desiderio di scappare da noi
stessi per non affrontare ciò che ci fa paura. Come evitare di rifletterci
in uno specchio per timore di vedere qualcosa che non ci piace o
semplicemente ci ricorda ciò che è stato e non può tornare. Ma il viaggio
verso una città, che può essere Barcellona ma potrebbe essere qualunque
altra città, non è il tema principale del film, è il ritorno a ciò che
siamo, alla scoperta di essere ancora capaci di amare, anche uno
sconosciuto/a, e non per solitudine ma per bisogno di dare tutto quello che
siamo.Lo schermo emana immagini dai colori freddi, contorni definiti e
crudi, non solo una scelta stilistica che esalta la fotografia e il
montaggio del film, ma un modo per definire i personaggi in maniera netta,
con le loro sensazioni e le loro contraddizioni, perché quante volte ci
siamo ritrovati a vagare per la città soli con i nostri pensieri
impegnandoci la giornata con azioni meccaniche e la testa tesa a pensare a
un cuore che non si da pace.
Quel cuore che sussulta con un ritmo
asincrono e martellante come la colonna sonora dei Motel Connection, picchi
di emozioni alternate a malinconie mai sopite, fredde come i marmi di un
museo, raccolta di reperti di storie lontane a noi sconosciute come
sconosciuti siamo a noi stessi,un museo di cose invisibili ma percettibili
dagli occhi delle nostre menti inquiete. Come una collana posata sul collo
di un corpo sensuale e perfetto,noi cerchiamo una risposta da posare sul
nostro cuore per placare un battito di domande affannose. Sono vite
metropolitane in una città cosmopolita e contemporanea esaltata dai
contrasti di complessi moderni come il Lingotto con quartieri popolari, ma
accomunate dagli stessi colori decisi e forti, vite che vogliono cambiare la
propria tinta come si può dipingere le pareti di una casa, passare da un
rosso incerto a un blu malinconico senza rendersi conto che l’effetto
finale non cambia se la luce che le illumina è la stessa. Neghiamo
l’esistenza dell’amore per sentirci domandare “E allora perché lo
facciamo?”, sapendo benissimo che esiste e noi ne siamo la prova, noi siamo
amore carnale quando intrecciamo il nostro corpo con un altro al suono di un
improbabile Silent night, noi siamo amore familiare quando doniamo un anello
ad un fratello che sceglie una strada più lunga per tornare a casa, noi
siamo amore cieco quando rispondiamo al telefono nelle situazioni più
improbabili,noi siamo amore fraterno quando affrontiamo con gli amici
problemi insormontabili, noi siamo amore quando viviamo le nostre vite
facendoci guidare dalla nostra essenza come una corsa disperata in
bicicletta contro una realtà avversa, allora impegnano tutta la nostra
volontà in uno sforzo di passione e sentimento per noi stessi e per gli
altri. Anche quando sappiamo che quello che ci sta accadendo ha una scadenza
come il mondo in cui viviamo dobbiamo comportarci come se ogni più piccolo
gesto che compiamo sia l’ultimo di un’esistenza degna di essere ricordata.
Perché c’è sempre un aereo che sta per partire con una destinazione precisa,
ma talvolta è difficile capire come tornare indietro .
Perché?Questa è una buona domanda, ora vado
a cercare una buona risposta….
Fabio Siri
siifabio@tin.it
www.ar-andataritorno.it