ARCH&WEB - Webzine di architettura design arte profili del contemporaneo
ARCHWORK idee, progetti, realizzazioni di architettura e designSCRITTI scritti di architettura e altro INTERFERENZE arte, musica, fotografia, fumetto FRAMMENTI piccole schegge di architetturaPAGINE recensioni, riflessioni attorno a libri, rivisteDIVANO ROSSO Cinema, musica and moreLINKMAILING LISTABOUTTorna alla home page
   Home > Archwork > Calabrese VS Rossi
 

CALABRESE vs ROSSI
intervista a Ferderico Calabrese e a Mario Clemente Rossi: a due giovani architetti italiani uno basato a barcellona e l'altro rimasto nella provincia del nord ovest

presentazione e considerazioni di g.airaldi |foto gentilemente concesse dallo studio Calabrese

DUE ARCHITETTI ITALIANI !?

Prometto :cerchèro di essere imparziale! Premetto: Gli architetti intervistati in quaesta pagina sono entrambi architetti italiani, uno è immigrato o fuggito dall'italia quasi per caso e si è stabilito a Barcellona, l'altro dopo una breve se pur intensa esperienza in un grosso studio di architettura decide di fare l'architetto free lance in provincia. Uno, il primo, Federico Calabrese, lo ho conosciuto con i mezzi di comunicazione digitali, ho visto un suo progetto (interessantissimo a mio avviso, che mostriamo in queste pagine) gli ho scritto una mail, abbiamo iniziato a dialogare ed è nata questa intervista. L'altro, Mario Clemente Rossi, lo vedo tutti i giorni (in carne e ossa) perchè da circa tre anni collaboro nel suo studio, è una persona interessante, particolare, lavorare con lui mi da moltissimo mi ha fatto ritornare a far pensare che posso ancora fare l'architetto (senzadover emigrare in francia o in portogallo o in spagna) come voglio io,come intendiamo noi, mi stimola, mi insegna, cresciamo insieme, non presenterò un suo/nostro progetto ma lo faremo prestissimo perchè ci sono in porto due edifici che si stanno concretizzando e che promettono bene, pubblichiamo solo il suo pensiero in contrapposizione a quello di Calabrese quasi antitetico quasi simmetrico..o forse parallelo! Naturalmente il tutto sarà intervallato da mie considerazioni cercando come premesso di mantenere una promessa... essere imparziale.

FEDERICO CALABRESE VS MARIO CLEMENTE ROSSI

CARTA DI IDENTITA

Nome: Federico Calabrese
Anni: 33
luogo di nascita: Napoli
luogo di residenza: Barcellona
studi:Facolta’ di Architettura di Napoli “Federico II”

Nome: Mario Clemente Rossi
Anni: 37
luogo di nascita: Genova
luogo di residenza: Cervo (Liguria)
studi:Facolta’ di Architettura di Genova (il resto, per fortuna, autodidatta)

[g.airaldi] DOMANDA:da quanti anni vivi a bcn?
[f.calabrese] RISPOSTA: da 4 anni e un po.

[g.airaldi] DOMANDA:Da quanti anni hai deciso di stare in liguria?
[m.c.rossi] RISPOSTA: Non so se la mia sia stata una decisione definitiva, ma credo che la “scelta” sia avvenuta circa dieci anni fa.

[g.airaldi] DOMANDA:sei andato via perche’?
[f.calabrese] RISPOSTA:La mia ragazza di allora vive a barcellona.

[g.airaldi] DOMANDA:Sei rimasto in italia perche è perche in provincia?
[m.c.rossi] RISPOSTA: Non mi sono mai posto concretamente il problema del dove stare; credo che il senso della provvisorietà contraddistingua il mio stato d’animo.
Sono rimasto in italia più che per altro per due cause, una contingente ed una recondita: la ragazza di allora voleve vivere in questa zona, mentre io credevo e credo ancora che questo mestiere sia “adattabile” a qualunque luogo, sebbene debba potersi radicare per un certo tempo per poter conquistare la credibilità dei committenti.

[g.airaldi] CONSIDERAZIONE:Si evince che le donne degli architetti sono parte in causa dello loro scelte professionali (più o meno):-))

[g.airaldi] DOMANDA:Pensi che un’esperienza all’estero poteva essere utile e se si perchè?
[m.c.rossi] RISPOSTA: Non credo che all’estero esistano realtà od occasioni più importanti; forse esistono realtà semplicemente diverse. Credo che in un paese le esperienze si colgano anche senza guardare oltre i propri confini, la curiosità nelle cose è stimolata appena si esce dalla doccia al mattino, e la sperimentazione non ha bisogno necessariamente di humus straniero. Alcuni tra i paesi meno all’avanguardia industriale e culturale dimostrano in maniera egregia di accogliere idee di architetti altrettanto bene di quanto succeda in paesi molto più in linea con l’evoluzione: l’esempio dell’architettura contemporanea in Cile lo dimostra.
Dal punto di vista universitario la situazione che conosco meglio, quella della Facoltà di Genova, è desolante. Credo che sia endemico ed inguaribile il male della clientela, del nepotismo e della povertà di idee celata dietro al solito puerile intellettualismo di comodo.
Mi dispiace dover dire questo, anche perchè proprio in quell’ambito collaboro da dieci anni con alcuni docenti che, nonostante il loro talento e nonostante siano pochi tra i pochi insegnanti che abbiano esercitato concretamente il mestiere dell’architetto, sono in disparte rispetto al potere centralizzato di alcune caste intoccabili.
Il gioco delle cattedre a “risiko” e dei dottorati assegnati ai “figli di..” “fratelli di..” ed ai “galoppini di..” completa il quadro, lasciando solo spazio fresco ai cortigiani di turno.
Credo con convinzione che la mia collaborazione in Facoltà sia mossa da una volontà di arricchimento personale ottenuto con il paziente lavoro con i ragazzi e con il docente.

[g.airaldi] DOMANDA:L' esperienza foramtiva napoletana che ti ha lasciato?

[f.calabrese] RISPOSTA: fare l’universita’ di architettura in italia e’ una esperienza a dir poco allucinante. La qualita’ delle strutture e’ pessima e il corpo docente e’ la causa principale del basso livello della nostra architettura, fatte tutte le dovute eccezioni. Uno studente del terzo anno di architettura spagnolo, ha una preparazione molto superiore rispetto a qualsiasi laureato anche da qualche anno italiano, l’ho vissuto sulla mia pelle. Il 70% dei docenti dell’area progettuale della facolta’ di napoli, non hanno mai tirato su un muro in vita loro, o quasi, saranno pure stati sfigati, come dicono loro, ma a me sembra assurdo.

[g.airaldi] CONSIDERAZIONE:Entrambi sono d'accordo nell'affermare la situazione disatrosa dell'università italiana, personalmente pur condividendo il fatto che i docenti di area progettuale non hanno spesso mai progettato e il discorso sul nepotismo, sarei molto più cauto, non occorre forse generalizzare o forseoccorre riflettere su questo.Un'univerità che sforna più laureati architetti che quelli presenti ad esempio negli stati uniti deve riflettere su una questione. Saranno tutti ottimi architetti oppure per molti è solo il prestigio di avere un pezzo di carta di pegamena filigranata? Il mercato, le capacità personali, la cultura e le occasioni fanno il vero architetto, all'università prima e nella professione poi. Personalmente non voglio sputare sul piatto in cui ho mangiato, non voglio criticare un sistema come quello della formazione accademica italiana, voglio soffermarmi sul fatto che l'università ci da (almeno a me lo ha dato) ottimi mezzi INPUT per approfondire le conoscenze che forse senza lo stimolo rimarrebbero inesplorate. Solo un esempio, come è possibile che uno studente del quinto anno di architettura non sfogli almeno una rivista al mese? Impossibile direte Voi, assolutamente no, mi capita quasi quotidianamente trovare studenti e ancor più gravemente architetti che non conoscono una rivista e che non sanno chi è tizio o caio e pretendono di progettare, allora fermiamoci un attimo criticate pure l'università e gli accademici ma i deleritti degli studenti vogliamo assolverli? Capacità, attitudini, curiosità personali sono a mio avviso la vera chiave di lettura, Baronetti e sistema accademico lasciamoli in pace per una volta, devono risolvere gia molti problemi, interni al sistema,guardiamoci noi, guardiamo quello che NOI giovani possiamo fare.NON vediamo la laurea come un traguardo ma solo come un trampolino per la nostra vita per la nostra passione o per il nostro lavoro. il resto credetemi viene da se, fatele discutere a loro, ai massimi sistemi politici e accademici. Pensiamo a noi...per adesso!!!


[g.airaldi] DOMANDA:Cosa ti ha lasciato l’esperienza lavorativa in un grosso studio? (RPBW ndr)
[m.c.rossi] RISPOSTA: In quello studio ci sono stato per un breve e strano periodo della mia vita. Quella esperienza mi ha lasciato il bel ricordo di aver “visto” come si lavora in uno studio grande ad un progetto grande, di come si vive lo star system da dentro, ma soprattutto mi ha lasciato emozioni che, grazie agli occhi di quel giovane neo-ex studente che ero allora, mi hanno fatto apparire quella esperienza estrememente esaltante. Ora, con maggiore distacco da quel periodo, quello che meglio ricordo è la meravigliosa ascesa all’interno della cabinetta trasparente che conduce al laboratorio, all’interno della quale l’elevarsi verso lo Studio aveva più di un significato motivante. Ricordo anche una sensazione curiosa: l’evento vero per cui si doveva lavorare sodo non era la consegna al committente, bensì la revisione periodica (e sicuramente densa) che ”renzo” elargiva benevolmente ai suoi sudditi, evento estremamente terrorizzante ed appagante.

[f.calabrese] RISPOSTA: da Vulcanicaarchitettura ho imparato che in architettura bisogna anche rischiare e provocare, Massimo Pica Ciamarra mi ha dato la possibilita’ di fare l’architetto, e questo “ya vale” come dicono in Spagna.

[g.airaldi] DOMANDA:Cosa ti ha dato l'esperienza lavorativa in spagna?

[f.calabrese] RISPOSTA: la mia giornata lavorativa si divide iniquamente tra lo studio dove collaboro oramai da tre anni quasi, in un ambiente di lavoro che auguro a tutti di trovare nella vita, e tra il “mio studio” piu’ o meno itinerante, tra casa e spazi da condividere con altri professionisti.

[g.airaldi] CONSIDERAZIONE:Come non capirlo, io mi divido iniquamente tra il mio studio e lo studio di rossi, è interessante e snervante allo stesso tempo la cosa, stimolante ...peccato che la giornata lavorativa sia solo fatta di 16 ore ( la mia!) C'è invece chi vuole lavorare otto ore e progettare....mi viene da ridere...io dopo una giornata di lavoro vado nel mio letto e sul comodino oltre alla mia tisana trovo una rivista. occorre essere architetti dentro, camminando, leggendo, muovendosi, andando in moto...non solo e semplicemente progettando!Come diceva uno dei miei insegnati preferiti Enrico Davide Bona, a quel tempo lui ci faceva fare i consorsi internazionali di idee non il progettino accademico sotto casa, lui ci faceva fare l'orale per gli esami di progettazione e io mi trovai davanti un rampane futuro membro dei 5+! che mi diede molto e mi disse mettendomi davanti la pianta del padiglione di barcellona di mies Cosa è questa? parlamene? e poi Lui ci faceva fare le revisioni pubblica davanti a tutti non in uno studiolo buio, in cui i tuoi compagni ridevano di te, gli assistenti che non ti avevano seguito per avvalorare la supremazia dei loro studenti, ti facevano domande imbarazzanti...del tipo che bella quella scala da otto gradini per superare sei metri...ecc ecc. Queste cose non sono successe solo a me e non mi ritengo particolarmente fortunato ad averle vissute, è il sistema accademico italiano, complesso, problematico...ma sistema!!


[g.airaldi] DOMANDA:Quali sono le potenzialità o le occasioni che ti offre la tua terra di origine e la profonda provincia italiana? Differenze e similitudini.

[m.c.rossi] RISPOSTA: Secondo me le potenzialità non dipendono dal luogo in cui si vive, ma da come si vive quel luogo e da come si sfruttano le proprie capacità. Qui nell’estremità della Liguria non bisogna interpretare la condizione di provincia in virtù del “distacco” dalla città, bensì credo che bisogni sentirsi come in “avanscoperta” da essa stessa. Credo che la provincia offra, a chi la sa cogliere, l’occasione di interpretare il ruolo della “sentinella” dell’architettura contro le invasioni del quotidiano, della rassegnazione a vantaggio della mancanza di ambizione e dell’appiattimento alla “tradizione” dilagante permeata nelle menti degli architetti che sempre più sono ridotti al ruolo dell’”architetto condotto” dalla pigra committenza locale. La città quindi è più che altrove presente, soprattutto se adottata come riferimento culturale e se è veramente usata come risorsa.
Credo che vivendo la provincia da city-user si possono scoprire ed utilizzare molte più risorse ed occasioni di quante esistano nella città stessa, ed è proprio nelle occasioni concrete che si verificano le idee progettuali, le misure espressive, le capacità realizzative. In fondo sappiamo bene che un bel progetto stampato è una bella canzone cantata agli amici.
Un edificio eseguito è un album.

[g.airaldi] DOMANDA:differenze e similitudini?
[f.calabrese] RISPOSTA:sara’ banale quello che sto per dire pero’ e’ cosi, in Spagna l’architetto e’ un professionista rispettato come un avvocato come un medico.
Purtroppo anche in Spagna c’e’ la síndrome da star sistem, quindi Nouvel, Chipperfield, Koholaas, Herzog e soci in quantita’ industriale, pero’ qui ti rispettano, hai fatto la tua bella universita’, seria e ben fatta con una tesi che noi ce la sognamo, (qui ti bocciano alla tesi), non devi fare nessun esame-truffa di stato, sei semplicemente un architetto professionista, e ti considerano tale, anche a 28 anni. Gli Ordini funzionano, promuovono i giovani architetti in maniera seria. Ci sono molti piu’ concorsi che in Italia, ma molti di piu’, molti dei quali riservati ai giovani. In Italia sei giovane architetto a partire dai 40, cosi mi pare, visti i vari almanacchi e libercoli sulla giovane architettura italiana (da brividi). Qui ti puo’ tranquillamente capitare di fare un concorso, anche di un certo rilievo, vincerlo, prendere il premio, firmare il contratto e poi costruirlo, a 28-30 anni, qui ti danno la possibilita’ di farlo. In Italia, con le dovute eccezionali eccezioni,NO. Per questo un architetto in Italia e’ giovane a 40-45 anni, per questo molti dei docenti che ho avuto alla facolta’ di architettura, non sono capaci di insegnare a progettare, perche’ sono troppo giovani.Credo che in Italia si contino sulla punta delle dita di una sola mano, casi in cui un architetto giovane, tipo di 30 anni, vince un concorso, e lo costruisce. Noto con piacere che in italia adesso si fanno molti concorsi ristretti, chiaramente per promuovere la giovane architettura italiana di cui sopra, Un tempo si parlava di stagione di concorsi “aperti”,come quella francese di qualche anno fa, dove realmente tentarono di promuovere i giovani architetti, pero poi qualcosa e’ cambiato, qualcuno si e’ accorto che succedeva che cosi’ l’eta’ del giovane architetto italiano si allontanava dai 40 pericolosamente verso i 50, e qualcuno si e’ inventato che per migliorare la qualit’a della architetturaitaliana bisognava restingere, limitare, e invitare a concorrere, sempre gli stessi architetti,una noia tremenda, con dei risultati per niente esaltanti.

[g.airaldi] CONSIDERAZIONE:Ora rilegete attentamente le affermazioni di Calabrese, proprio per questo al contrario di Rossi, se non lo ho interpretato male, oltre alle attitudini e alla curiosità per fare l'architetto con la A maiuscola indipendentemente dal luogo in cui lo si fa, sono convinto che un'esperienza all'estero e in realtà diverse sia basilare oggi per un giovane architetto, non tanto e non soltanto per allungare il periodo formativo o farsi una bella vacanza estera(vogliamo parlare del successo del fenomeno ERASMUS? ) ma perchè il conoscere realtà nuove, metodi e mezzi nuovi, stimola la crescita individuale, fa evolvere migliorandosi....guardare oltre i confini, mettersi in discussione

[g.airaldi] DOMANDA:progetti per il futuro?

[f.calabrese] RISPOSTA:mi piacerebbe tornare in italia, e a napoli in particolare, tutto quel magma che c’e nel suo ventre prima o poi esplodera’, e vorrei esserci.

[m.c.rossi] RISPOSTA: Lottare, comprare un aquilone, progettare, cambiare la moto, lottare, andare a vedere la Biennale, acquistare l’acquerello blu oltremare che ho finito, finire una scultura, lottare, imparare a suonare la batteria, lottare, progettare, vedere gli amici, parlare, lottare, lavorare, andare dal dentista, costruire, lottare. Lottare. Nonostante le avversità.
E poi, ancora, voglio continuare a nutrirmi e commuovermi di architettura, crederci ancora, imparare, migliorare, lottare. Per un architetto è semplice: basta vivere.

[g.airaldi] CONSIDERAZIONE: Ora capirete perchè quando Rossi mi ha offerto di collaborare con lui, io ho detto si, mi stimola è quasi pazzo e audace quanto me, è quel tanto bizzarro (e si vede) da aprirsi uno studio in balia di qualsiasi esperienza consolidata in uno studio di architettura più o meno affermato e affrontare il mercato senza che questo sia necessariamente di famiglia, è quel tanto curioso da fargli esplorare nuove rotte ogni giorno, e quel tanto italiano e provinciale da farlo attaccare in maniera maniacale ad alcune sue convinzioni più o meno importanti e portarle avanti.Ma che male c'è? Uno ha un'idea di architettura e la persegue. E stato quel tanto importante per me da riaccendere la passione per l'architettura che credevo di aver dimenticato dopo alcune esperienze negative passate, è un amico, è uno sulla mia stessa lunghezza d'onda. Si ok avete ragione ora sono di parte, mi perdonerete? e mi perdonerà Calabrese ? Lui in terra iberica ha avuto o si è saputo coltivare importanti occasioni e l'edificio che presentiamo ne è la dimostrazione. Noi qui lo aspettiamo perchè l'italia ha bisogno di queste persone che ritornano in patria.Con un bagaglio pieno di cose realizzate, per aiutarci a lottare con soprintendenze, comuni e condotti, perchè esiste anche chi in italia dopo una lauarea in architettura non trova di meglio da fare che bocciare i progetti degli altri, dei suoi compagni di università che ci hanno messo una vita a laurearsi perchè volevano progettare...burocratia cui dobbiamo dire il nostro GRAZIE perchè anche grazie a loro lottiamo sempre più stringendo i denti e pensando che abbiamo tra le mani il lavoro più bello del mondo, scusateci se ci concediamo il lusso di progettare per più di otto ore al giorno!

p.s Complimenti a Calabrese per l'ottima realizzazione, complimenti a Rossi perchè con un nome cosi importante per l'architettura italiana vuole dimostraci che sa andare oltre alla sterile visione rossiana, sa colto dall'interesse dalla passione aprirsi a stimoli nuovi e internazionali. ci prova, ci crede cabarbiamente....

Federico Calabrese

Breton del los Herreros 21 bajos 2ª 08012 Barcelona 932183246 fedecal@libero.it data di nascita: 28.10.1972 nazionalità: italiana FORMAZIONE ACCADEMICA 1999 Ordine Architetti Provincia di Napoli n.7129. 1998 Laurea in Architettura, "Universit degli Studi di Napoli Federico II". PREMI 2006 "ORUTS ARTIS" un giardino per la Certosa di Padula , Menzione d'Onore Premio Dedalo-Minosse , Bar e giardino, Barcelona. proegetto incluso nel catalogo e nella mostra. Intermediae-prado centro de arte , Madrid. finalista Biblioteca municipale, Esparreguera, Spagna. Terzo premio 2005 Riqualificazione centro storico Torraca, Italia, Primo premio 2004 Riqualificazione della pineta di Punta Alice, Krotone, Italia, Menzione FAD Racons Públics, piazza Mercaders, Barcelona, Primo premio FAD Racons Públics, Pasatge Sert, Barcelona, Finalista 2003 Edifici residenziali, Manresa, Primo premio (collaborazione con Sabate i Espeche Associats) Edificio per la Guardia Urbana, Tarragona, Primer premio (collaborazione con Sabate i Espeche Associats) 2002 Sisitemazione del molo n.2 nel porto di M laga, selezionato per la seconda fase (con PCAint Pica Cimarra Associati, Napoli) 2001 Facoltà Scienze della Salute, Beira Interior - Portugal selezionato per la seconda fase (con PCAint Pica Cimarra Associati, Napoli) Facolt di Chimica e Astronomia, Bologna menzione (con PCAint Pica Ciamarra Associati, Napoli) Riqualificazione rea ex-Moneta, Casalnuovo, Napoli, secondo premio (con PCAint Pica Cimarra Associati, Napoli) Riqualificazione urbanistica di Marina di Ravenna y Porto Corsini, Terzo premio (con PCAint Pica Cimarra Associati, Napoli) 2000 Ideas per la citt post-Jubileo: Roma dal 2001 al 2010. Menzione Biblioteca Comunale area ex-Breda, Pistoia. Primo Premio (in costruzione) Genova Ponte Parodi selezionato per la seconda fase (con PCAint Pica Ciamarra Associati, Napoli) 1999 Rifugio montano, S. Pietro al Tanagro, Salerno. Secondo premio
1998 Riqualificazione di Viale Giochi del Mediterraneo, Napoli. Terzo premio (collaborazione con VulcanicaArchitettura, Napoli) Hotel in via Foria, Napoli. Primo premio (collaborazione con VulcanicaArchitettura, Napoli) CONCORSI 2006 Centro per le nueve tecnologie, Madrid Intermediae-prado centro d' arte , Madrid Biblioteca municipale, Esparreguera Edificio residenziale, Madrid Edificio residenziale, Madrid Edificio residenziale, Barcelona 2004-2005 Riqualificazione centro storico, Torraca Centro administrativo per la Junta de Extremadura, Merida Centro di educazione infantile e primaria, Inca 90 alloggi, Palma de Mallorca Edificio residenziale, Roma 354 alloggi, Vitoria Ampliamento del COAC di Tarragona Centro culturale polivalente, Menorca collaborazione con AVA Arquitectes Istituto Geriatrico, Creixell, Tarragona 83 alloggi nel centro storico, Barcelona 40 alloggi a Puigcerda' Edificio industriale Rolldrap, Monistrol 383 alloggi a Pla de Palau, Barcelona collaborazione con Sabate i Espeche Associats Parco Falca Verde, Palma de Mallorca, CEIP, San Quirze' del Valles Centro per anziani, Santa Perpetua de la Mongoda Edificio Pompieri, Palma de Mallorca 80 alloggi in calle Joan Torres, Barcelona Sede del Ministero delle Finanze a Zaragoza CEIP Miguel Marti i Pol, Lli‡a d'Amunt Sede MInistero delle Finanze, Palma de Mallorca collaborazione con PCAint, Pica Ciamarra Associati, Napoli Prototipo di un carcere per 200 detenuti, Roma, Italia Duxton plain public housing, Singapore 2000 Riqualificazione di Piazza Gramsci e Verdi, Piombino, Livorno 1999 Citta' peri l terzo millennio, BIENNALE DI ARCHITETTURA Venezia Cinque piazze per Milano, Milano 1998 Sarajevo Concert Hall
LAVORI E COLLABORAZIONI PROFESSIONALI 2005 Due bar e un giardino al Montjuic, Barcelona Progetto definitivo ed esecutivo di Piazza Mercaders, Ciutat Vella, Barcelona Progetto definitivo ed esecutivo della Biblioteca Comunale rea ex-Breda Pistoia, Italia Dal 2004 collaborazione con lo studio AVA Arquitectes, Barcelona. 2002-2003: collaborazione con Sabate i Espeche Associats, Barcelona . Dal 2000 al 2002: responsabile settore concorsi PCAint, Pica Ciamarra Associati, Napoli. 1998: Progetto definitivo ed esecutivo ampliamento della clinica N. S. di Lourdes, Massa di Somma, Napoli. Collaborazione con VULCANICA ARCHITETTURA, Napoli Proyecto di restauro ex Hospital S. Giovanni di Dio, Melfi, Italia Collaborazione con VULCANICA ARCHITETTURA, Napoli Progetto definitivo ed esecutivo di un Mercato a Napoli Collaborazione con VULCANICA ARCHITETTURA, Napoli PROGETTI PUBBLICATI Arquitectura, paesaggio e archeologia, Miseno, secondo Seminario Internazionale di Progettazione Clean Edizioni, aprile 1999 www.archibit.net www.architettura.it www.newitalianblood.it L'Arca n. 159 Quaderns de arquitectura (Revista oficial del Colegio de Arquitectos de Catalunya) Barcelona en progress, catalogo esposizione A 10 new european architecture, maggio

Contact:

WEB: www.federicocalabrese.com @ fedecal@libero.it

Mario Clemente Rossi

Mario Clemnte Rossi e nato a genova il 17 giugno 1969.
F ormato a genova con guido campodonico e francesco venezia, laureato in architettura a genova ha frequentato lo studio di scultura di lorenzo garaventa e lo studio di architettura renzo piano building workshop, collaboratore ai corsi di progettazione architettonica del prof. arch. guido campodonico dal 1994 e del prof Enrico Davide Bona dal 2005 e organizzatore del Seminario internazionale di Progettazione a Cervo consulente della Diocesi di Albenga Imperia dal 2001, architetto freelance dal 1996. Crede fortemente nella qualità del progetto di architettura contemporanea e per le sue realizzazioni si rimanda al sito dello studio che attualmente dirige.

Contact:

WEB: http://www.studiorossi.org @ rossi@studiorossi.org

 

"Arch&Web" © 1999 - 2005 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base dei contributi di aggiornamento professionale e culturale occasionalmente inviati e/o segnalati e senza scopi di lucro. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001. Ogni notizia, così come ogni documento riporta comunque sempre il nome dell`autore ed il suo indirizzo di posta elettronica.
Grafica e testi delle presenti pagine [ salvo dove diversamente specificato ] sono di esclusiva proprieta' di "Arch&Web.com"
Ideazione e realizzazione Airaldi Giacomo - Luogo di pubblicazione: Italia - Hosting by: Aruba.it- Update: 5 Marzo, 2005