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DEFRAMMENTARE IL FRAMMENTATO

progetto vincitore di concorso realizzato da studioego06

Stefano Ambrogio | Giorgio Ponzo | Marco Barbieri | Simone Felice Zavattaro


 

DEFRAMMENTARE IL FRAMMENTATO

di giacomo airaldi | airaldi@archandweb.com | immagini gentilmernte fornite da EGO06

piccolo inciso di premessa: un giorno ricevo una mail, una delle solite, una delle tante, una delle molte che arrivano da studenti universitari in balia di facili soluzioni sul web. Questa volta però, invece di archiviarla mi riprometto di rileggerla più attentamente appena avro tempo. Infatti in una notte di inverno tiepido, approfondisco; chi mi scrive è uno studente interessato e appassionato direttore di una rivista di facoltà. Non so perchè ma rileggo più volte quella mail e alla fine gli rispondo con una semplice e univoca affermazione: Interessante quello che mi scrivi! Da allora nasce una rubrica strappata a quello studente interessato e interessante che magari quacuno avrà letto tra le nostre pagine: MONO(L)UOGHI. Magari sarà di stimolo a lui continuare il discorso!!! Andare Avanti con altri MONO(L)UOGHI. Ora quello studente interessato e interesante è cresciuto, svolge un dottorato, è diventato un architetto, fa parte di un collettivo ma mantiene quella dote, se pur estesa all'intero gruppo a cui appartiene, che percepii in quella lontana notte tiepida: interessanti e interessati, in effetti uno degli obbiettivi della nostra webzine era proprio questo, essere talent scout del web...questa volta ci siamo riusciti e vi presentiamo un lavoro frutto dell'operato del collettivo ego06 che oggi si definiscono come una vitamina creativa!

In questo concorso, inutile ribadire l'importanza dello strumento, il collettivo ego06 si è confrontato con un muro, un muro in parte crollato, il muro Leopoldino di Follonica. Questo muro che cinge l' ex ilva corre dritto e indisturbato e divide la città dalle ex fonderie. Il muro....il muro ...mi ritorna in mente una lezione su di lui, esaltante e affascinante , emblematica di Enrico Davide Bona e qualche considerazione di tempo fa.

"Il muro rappresenta sicuramente un segno architettonico, archetipo, essenza architettonica, ma oggi può e deve rappresentare qualcosa di più. Bandiamo discorsi estetici, localismi e immobilismo e pensiamo a come attraverso uno sviluppo il più sostenibile possibile si possa rendere un muro un grande muro. Un muro che non divida, che non impedisca la visuale ma un muro dai significati “altri”. Attorno al concetto di “muro”, ai “muri”, le letture sono multidisciplinari. Il muro dell’architetto ed il muro dell’artista; il muro del poeta ed il muro del filosofo; il muro del tecnologo ed il muro del produttore; il muro del professore ed il muro del musicista; il muro del giornalista, il muro del designer. Dai muri materiali a quelli immateriali; muri mentali, muri culturali, muri invisibili, muri ingombranti, muri apparenti, muri evanescenti. Muri che bloccano - muri limite - e muri che si penetrano, che si attraversano. Le mura di Dedalo e del labirinto, della Grande Muraglia, dei Murazzi del Po. Berlino: la caduta del muro; il muro del pianto. I muri delle fortificazioni ed i temerari che li affrontano o li aggirano; il cavallo di Troia. I muri e le barriere architettoniche. Muri diritti e/o inclinati, curvi, piegati; muri di luce, di suono, d’acqua, d’aria, di fuoco, di terra e vegetali. I muri delle rovine e quelli da abbattere per conquistare nuovi possessi (in un mondo che vuole vivere senza confini e senza frontiere vecchie mura emergono tra le rovine del passato, mentre i nuovi muri tecnologici, dell’epoca digitale, sfidano il senso stesso del significato semantico, a volte negandolo). Muri schermo, dai murales ai monitors (una ricerca che partendo dal design, dalla serialità del muro, attraversa l’architettura, l’arte, la letteratura, la musica, la danza, il cinema, articolandosi in un percorso temporale che invita a riflettere su come tecnologia, segno e funzione, cambiando nel tempo, creano nuovi luoghi, nuovi spaz."

 

Parole attuali, in sintonia con quello che siamo qui a presentarvi, un muro che era limite ed ora chissa cosa mai potrà essere. Perchè questo limite non si può oltrepassare deframmentare si sono chiesti i componenti di EGO06? Perchè cio che sta al di là, che rappresenta una parte della storia della città, non può rivivere attraverso nuovi usi e significati? Allora il muro che è in parte crollato viene ricostruito con un nuovo setto frammentato, memoria del passato, ma trasparente e spostato, distaccato dal muro storico. Uno scarto tra la città e la sua storia. la continuità del lungo muro viene frammentata è crea discontinuità, un meandro, uno spazio protetto ( ricordiamoci che il muro è il primo elemento che protegge - crea un'ombra, un dentro e un fuori) una "stanza" con la chiamano Marco &C. nella quale infilarsi ....passeggiando. Una stanza balconata verso ex ilva , invita lo spettatore ad affacciarsi sulla fabbrica a riscoprire il passato che non c'è più, a riflettere sulla memoria. Sul setto murario infatti si trovano le date principali della storia della fabbrica, gli avvenimenti trascorsi, per interpretare la storia di quella fabbrica cosi legata alla città, ma che è sempre stata tenuta separata da qul muro. Significati simbolici e divulgativi, raccontare la storia affacciandosi da una breccia e dal balcone. Intelligentemente EGO06 non costruisce un nuovo muro pur facendolo, il nuovo setto infatti è realizzato da una superficie vetrata, trasparente quindi, che riprende la forma del varco del muro Leopoldino retrostante e crollato.La superficie continua, liscia, pulita delle lastre di vetro è fissata ad alcune gigantesche lettere in acciaio arrugginito forate (ancora una volta il richiamo metaforico e non solo a quallo che succedeva nella fabbrica, ex fonderie) lettere sporche, mutanti che si trasformerranno con il tempo e con la storia ma rimarranno memoria di quanto si "produceva" in quel sito. Nasce quindi una grande scritta, landmark , land art urbana, logo, segno,simbolo EX ILVA che è poi il motto quasi un marchio per innescare nuovi meccanismi dentro, intorno e fuori alla ex fabbrica.(bilbao se pur in scala ridotta insegna) Il tutto su un'elegante parterre in legno.Gesti semplici, apparentemente banali, ma sapienti interessanti ed interessati come questo nuovo collettivo piemontese EGO06 speranzoso di emergere e pieno di energia, quell'energia dello spirito e della mente che è la loro VITAMINA CREATIVA, come scrivono sul loro nuovo sito. Un sito desideroso di contenere nuove idee, un sito che se da un lato curato nella grafica ci mostra le realizzazioni di certo ancora un po' rozze e insipide anche e soprattutto per l'appiattimento della qulità di italica appartenenza; dall'altra svela interessati sperimentazioni e discorsi teorici importanti, molti concorsi vinti e menzioni, interessanti grafiche e contaminazioni varie;lezioni di fantasia , mostre, persino musica. Giovani che con l'entusiasmo e con l'intelligenza del gioco da adulti (lo schema concettuale è infatti una chiara allusione al gioco dei LEGO) cercano di produrre senso nel loro approccio al progetto, allontanano i maesti, dimenticano le teorie (anche se poi le fanno rieemergere), imparano dallo star system e provano a sperimentare perchè:

"ego è un flâneur, un amante della città, dei dettagli, delle sensazioni che possono
scaturire anche da un pezzettino di carta o attraverso una parete di cartongesso"

questo loro amore per il dettaglio e la città si percepisce, bravi ragazzi continuate cosi!Fino ad ora TUTTO BENE bene e speriamo più avanti ancora di più! Charles Baudelaire, indicava il gentiluomo che vaga per le vie cittadine. voi siete in quattro , voi siete cittadini moderni che dopo esservi dimenticati, ma avendoli studiati, ritrovano l'eco di poeti e filosofi quali Walter Benjamin. Artisti, architetti, intellettuali che per usare le parole di Baudelaire, diventano 'botanici del marciapiede', conoscitori del tessuto urbano. Poiché coniò il termine riferendosi ai parigini, il 'flâneur' (colui che passeggia) e la 'flânerie' (il passeggiare) sono associati con Parigi e con quel tipo di ambiente, che lascia spazio all'esplorazione non affrettata e libera da programmi. Creando sorprese e sorprendendoci! Forza avanti tutta questo è il cammino...

 

 

 

 

EGO06 STUDIO


ego nasce dalla voglia di provare a realizzare idee, progetti ma anche sogni, in tutti quei campi che hanno a che fare con la creatività...

ego spazia dall’architettura alla comunicazione, dalla fotografia alla grafica, dal design alle lezioni di fantasia, dalla ricerca alla provocazione...

ego è un collettivo creativo che vuol essere una sola persona, è uno pseudonimo
dietro cui nascondersi ma anche un modo per unire...

ego è un flâneur, un amante della città, dei dettagli, delle sensazioni che possono
scaturire anche da un pezzettino di carta o attraverso una parete di cartongesso...

ego è tutto questo: tante idee, apparentemente molto confuse...

...aspettando nuovi input.

Contact:

web: http://www.ego06.com :: mailto: ego@ego06.com


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Ideazione e realizzazione Airaldi Giacomo - Luogo di pubblicazione: Italia - Hosting by: Aruba.it- Update: 30 Settembre, 2008