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MONO(L)UOGHI 02
02- LE ROTONDE

di Marco Barbieri

 

Rotonda 1:
Foresta, chiamatemi foresta… non vi pare che le mille piante di cui sono adornata assomiglino decisamente ad una foresta equatoriale? Forse dalla foto non si vede, ma ospito anche il mio Rio delle Amazzoni personale, l’unico neo è la mancanza di fauna, ma credo che col tempo si rimedierà…


Rotonda 2:
Contenta te….io preferisco avere una utilità per chi mi sta intorno, e non parlo dell’utilità per la viabilità (di quella ormai non mi preoccupo più, ciò che conta è l’aspetto no?!).
Parlo invece delle insegne che mi hanno costruito sopra, in fondo mi trovo in un incrocio di una certa importanza, mi pare utile far vedere con i miei cartelli quali siano le bellezze del mio territorio…..e poi un muretto in pietra come si faceva nelle montagne qui intorno fa proprio un bell’effetto su di me, vero? (ho però il sospetto che per fare questo un po’ di cemento lo abbiano usato)
Muretti, prodotti tipici, rifugi alpini…. ecco, sono un vero e proprio manifesto pubblicitario della mia terra, delle mie radici…..mi piace essere continuamente osservata!
Rotonda 1:
Perché, dici che nessuno mi osserva? Non avrò monumenti o cartelloni, ma l’ingresso di un paese non può essere chiamato così se non contiene qualche bella pianta, piazzata proprio lì, nel bel mezzo della strada, a simboleggiarne l’accesso, la porta della città, e a rappresentarne la magnificenza (e se poi in tutto il paese non si vedono nemmeno due gerani sui balconi….questo è un altro discorso…).


Rotonda 4:
Io appartengo al gruppo delle rotonde dedicate ai prodotti tipici, ho veramente molte sorelle sparse in giro, e al mio interno rappresento il prodotto (dimenticavo: il vino) in due modi: il primo, più diretto, consiste nell’avermi piantato alcune piante e sperare che da esse nasca qualche acino (il vino nato in mezzo al traffico come sarà?); il secondo (che preferisco, sono una nostalgica) è più indiretto, direi più simbolico: ho un vecchio torchio proprio al mio centro!


Rotonda 3:
Beh, se vogliamo parlare di oggetti al proprio interno mi sento decisamente chiamata in causa: nel mio caso sono io che nasco intorno all’oggetto! Oggetto… diciamo che forse è qualcosa di più: una antica cappella di montagna!
Ma ci pensate? Come sarebbero contenti i miei costruttori se mi vedessero adesso, in mezzo a macchine, moto e camion che mi sfrecciano ai lati e che ogni tanto mi saltano pure dentro! (quello di solito capita al sabato sera)
Rotonda 2:
E dire che non siamo neanche le sole tipologie di rotonde esistenti: ne ho viste alcune con in mezzo sculture, altre addirittura sono comprensibili solamente dall’alto, dato che sono disegnate con pietrine e pietruzze varie…., altre ancora sono minimal: ne ho viste di 1 metro di raggio, o addirittura disegnate per terra con il porfido!
Rotonda 1:
Certo che però… ve li ricordate i vecchi tempi? Tanto vecchi poi non sono, si parla di 7, 8, forse 10 anni fa, quando eravamo quasi una novità da queste parti, alla maggior parte di noi bastava un prato per essere felici…..ora forse ci siamo fatte prendere un po’ la mano?
Rotonda 4:
Non lo so….il fatto è che ormai siamo tante, forse troppe (e noto un’impennata nelle costruzioni in periodo pre-elettorale), e ognuna deve cercare di differenziarsi un po’ dalle altre, se no il paese che la ospita sembra meno bello, meno ricco degli altri, no?
Ho come l’impressione che tutti i nostri abbellimenti rientrino in una omologazione che li annulla, che fa sì che i passanti ci notino la prima volta che passano e poi basta….
Rotonda 2:
Hai ragione, ormai lungo queste strade si susseguono oggetti talmente scontati che mi sa che non li nota più nessuno (oltre a noi, le insegne, la segnaletica, gli edifici ai nostri lati….). Mi chiedo se forse ora per differenziarsi un po’ non basterebbe tornare al caro e vecchio prato……
Rotonda 1:
Vorrei vederti a farci un prato sopra tutto quel cemento che ti ritrovi! A me basterebbe una potatina un po’ più decisa…(certo che con quel che costa la mia foresta equatoriale…).
Rotonda 4:
Bah, dite quel che volete, io mi tengo la mia vigna personale…
Rotonda 3:
E io mi ritirerò in preghiera…

L'autore
Marco Barbieri
Marco Barbieri, nato il 25/12/1981, residente a Verzuolo (Cuneo).
Dal 1998 collabora con alcuni studi tecnici del saluzzese, nel 2003 si laurea, presso la sede di Mondovì del Politecnico di Torino, in Architettura per il progetto (Laurea di 1° livello) con la tesi “Il progetto, dall’astratto al concreto”; nel 2006 si laurea, sempre a Mondovì, in Architettura per l’ambiente ed il paesaggio (Laurea Specialistica) con la tesi “Filari, Guard-rails, Recinti: la nuova tangenziale di Saluzzo come occasione per ripensare il territorio”.
Durante il periodo universitario co-dirige “Il Pollaio”, giornale studentesco della sede di Mondovì, segue come borsista due corsi di Progettazione architettonica e partecipa ad alcuni concorsi di progettazione e grafica.
marbarbier@libero.it

 
 

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