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MONO(L)UOGHI 03
03- L'ARCO

di Marco Barbieri

 

 

Automobile….automobile….autobus…..furgone…..automobile…..ciclista……furgone…..
Che viavai che mi ritrovo davanti stamattina!
Certo che svegliarsi così non è proprio il massimo per incominciare una giornata….la colpa è anche un po’ mia, nell’ultimo periodo in cui sono iniziati i lavori intorno a me ho preferito addormentarmi in attesa di vedere il risultato finale e ora devo ammettere che non riesco ancora ad abituarmi al mio nuovo contesto.
Mi sento estremamente a disagio, ma cosa c’entro io con tutto quello che mi è cresciuto intorno?
Ho ormai almeno un secolo di vita, di cose ne ho viste tante, mi ergevo imponente a segnalare l’ingresso della proprietà dei miei padroni, sempre pronto ad accoglierli quando arrivavano e a salutarli quando partivano.
Eppure non riesco a togliermi una domanda dalla testa: ora a cosa servo?
Mi guardo intorno e …….. cosa vedo?
Davanti a me la strada: nel tempo i vari strati di asfalto l’anno portata ad essere molto più alta di come era originariamente e ormai è preda di un flusso quasi ininterrotto di veicoli.
Dietro a me alcune nuovissime palazzine: tre piani, il più basso a negozi, quelli sopra ad alloggi; tra me e loro un bel piazzale vuoto per parcheggiare e, dulcis in fundo, una bella griglia metallica a separare lo spazio pubblico da quello privato (ma, a ben guardare, a che serve questa barriera? Di tutti i cambiamenti avvenuti nel corso di questi anni questa febbrile ricerca di confinarsi in spazi chiusi e autoreferenziali mi pare veramente il più assurdo…)
Ma attenzione, il bello deve ancora venire……intorno a me è nato uno spazio pedonale! Quindi non solo vengo messo alla berlina di chi viaggia in automobile, ma si invita così la gente a passeggiarmi intorno….l’umiliazione sta diventando insostenibile (fortunatamente la collocazione di tale spazio e l’assenza di alberature faranno sì che a ben poche persone verrà in mente di farci quattro passi).


Diciamoci la verità, io in questo paesaggio non c’entro proprio nulla, spunto ormai come un fungo in questa pista ciclabile, faccio anche un po’ ridere….sarò alto un metro e mezzo, a dir tanto sotto di me ci passano i bambini….ma poi a cosa servirebbe passarmi sotto? Non porto più da nessuna parte, non indico più un ingresso….non indico più niente….
Qualcuno obbietterà: “Sei un ricordo, una testimonianza del passato, servi a mantener viva la memoria storica, ecc ecc….”; sarei d’accordo se fossi ancora nel pieno delle mie forze, se non fossi un nano, se fossi anche un elemento architettonico di un certo pregio (diciamoci la verità, non sono niente di che, se andate a cercare un po’ più lontano trovate decine di miei parenti meglio conservati e decisamente più utili del sottoscritto)
Insomma, io mi sento ridicolo! Credo che in questi casi ci si possa anche permettere il lusso di essere realisti, se c’è una cosa che ho imparato in tutti questi anni è che ognuno ha un proprio ciclo di vita…….
ebbene, credo che il mio sia finito, fatico a dirlo ma forse darmi una morte dignitosa sarebbe il gesto più rispettoso che potete fare nei miei confronti.

L'autore
Marco Barbieri
Marco Barbieri, nato il 25/12/1981, residente a Verzuolo (Cuneo).
Dal 1998 collabora con alcuni studi tecnici del saluzzese, nel 2003 si laurea, presso la sede di Mondovì del Politecnico di Torino, in Architettura per il progetto (Laurea di 1° livello) con la tesi “Il progetto, dall’astratto al concreto”; nel 2006 si laurea, sempre a Mondovì, in Architettura per l’ambiente ed il paesaggio (Laurea Specialistica) con la tesi “Filari, Guard-rails, Recinti: la nuova tangenziale di Saluzzo come occasione per ripensare il territorio”.
Durante il periodo universitario co-dirige “Il Pollaio”, giornale studentesco della sede di Mondovì, segue come borsista due corsi di Progettazione architettonica e partecipa ad alcuni concorsi di progettazione e grafica.
marbarbier@libero.it

 
 

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