sabato 1 dicembre 2007

MOSTRA + CATALOGO >> questo non è uno scolapasta






L'idea di questa mostra dal titolo "Questo non è uno scolapasta" è nata a Trieste nel settembre 2003, e trae spunto dal progetto dello scolapasta disegnato da Mari nel 1997 per Alessi.Un oggetto apparentemente banale come lo scolapasta ci aiuta a esemplificare il metodo progettuale di Enzo Mari, che lui stesso ci racconta nel colloquio con i curatori che chiude il volume. Il catalogo mostra soprattutto parole, quelle dette da Mari nel suo pensare (e interagire con) il mondo, quelle enfatizzate nel percorso espositivo della mostra, quelle scritte da chi ha contribuito a ricostruire la figura umana e professionale di Mari. "Ci piace pensare che il risultato finale non sia necessariamente soltanto una mostra. Crediamo possa essere un valido esempio per dimostrare come lo scetticismo del nostro tempo possa e debba essere infranto dalla passione e dal credo di un progetto comune. Anzi in questo caso dal progetto di un progetto." (Associazioneculturale Terredarte)



"Enzo Mari nasce a Novara nel 1932, figlio di un immigrato pugliese il cui cognome è forse Mare. Abbandona presto gli studi per motivi economici, e comincia giovanissimo a lavorare come ortolano e falegname, e anche come montatore di stand per fiere. Frequenta l'accademia di Brera ma non finisce gli studi, decidendo così di diventare un autodidatta professionista, cioè un intellettuale autoprogettato che costruisce a mano tutto l'universo che lo circonda...Ogni opera e ogni progetto di Mari sono metafore di questo sapere diverso che nasce da una diversa lettura della storia e della morale. Da un paese come l'Italia che usciva distrutto da una guerra politica perduta, il giovane Enzo Mari cercava di dare più solidi fondamenti alle incertezze della politica a partire dai fondamenti certi dell'arte.L'arte è per lui una forma di pensiero e di conoscenza specifica e cerca fin da subito di eliminarvi ogni componente soggettiva e incerta. Così fin da giovanissimo comincia a studiare l'ambiguità della visione umana nel guardare la realtà del mondo, seguendo quella tradizione radicale del pensiero moderno, dove è lo sguardo dell'artista che coglie i nessi profondi che legano la struttura del reale, e insegna quindi agli altri attraverso l'arte a leggere e a capire il mondo."

(Andrea Branzi)
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